La Scuola del materno

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La Scuola  del materno.

  • La Scuola di  cucina della nonna.

Le nonne insegnano alle madri, ma specialmente alle ragazze e alle bambine, le ricette di una volta. Il modo di lavorare i cibi di una volta. La qualità del cibo di una volta. Ma in particolare insegnano anche l’attenzione, la responsabilità, la precisione, l’amore per la cucina. La gioia e  il piacere per il cibo. Ma ancor più passa l’orgoglio, la passione per un ruolo di madre, di donna, di colei che nutre, che alimenta, che accudisce, che gestisce.

È il ruolo del materno. È il ruolo del femminile che viene così ritrovato. E viene alimentato come modello.  Vivendolo insieme, non solo osservandolo, ma vivendolo come comunità di donne, come collettivo materno. Come collettivo del femminile. È così che le donne si sentono forti. È così che si forma l’identità di donna. L’orgoglio di essere donna. La dignità di essere donna. Il diritto  di essere donna. E quando viene fortificato dal collettivo, diventa inviolabile.

La scuola di cucina può essere fatta nella casa dei nonni. Così è più significativa. La scuola della cucina è tipica del materno e del femminile, perché questo è in sintonia con la parte più profonda della psiche.

Si possono fare dei corsi insieme o specifici  per i padri, i ragazzi e bambini. Per insegnare loro ad essere autonomi, responsabili e partecipi della cucina familiare. È importante anche per loro vivere questi momenti come collettivo maschile, perché il maschile vive la cucina in un modo specifico. Anche alcune modalità di cucinare sono tipiche del maschile e sono vissute in modo tipico. Anche  alcune ricette sono preferite dal maschile. Anche alcuni cibi sono preferiti dal maschile. Anche in questo caso il collettivo maschile, rafforza, determina, afferma, l’identità del maschile, l’identità dell’uomo, l’identità del padre.

 

  •  La scuola della  spesa.

È indispensabile insegnare come si fa la spesa. In particolare è fondamentale conoscere i cibi e riconoscere la qualità. Come insegnanti si possono invitare gli specialisti del settore: un macellaio, un pescivendolo, un venditore di frutta e verdura, un contadino, un nutrizionista. È importante conoscere i cibi tipici di quella stagione. È importante conoscere le modalità di fabbricazione di quel cibo. I luoghi di origine di quel cibo. Le diversità delle varie qualità. È importante riuscire a distinguere la freschezza. È importante conoscere le modalità di conservazione. Le modalità di congelamento. È importante conoscere l’impostazione di una dieta corretta. L’importanza di assumere i giusti alimenti e le giuste sostanze, vitamine proteine, calorie. È importante conoscerne la qualità, la quantità. È importante conoscere le patologie determinate dallo squilibrio. Solo così, in un collettivo, dove tutti sono d’accordo a mangiare le verdure, a capire l’importanza delle verdure, i bambini e i ragazzi possono assorbire la cultura sulle verdure. Solo così possono cambiare il modo di pensare sulle verdure. Solo allora possono cominciare a mangiarle.

Si impara insieme a riconoscere gli alimenti all’inizio con immagini, foto, diapositive, video. Poi si va insieme a fare la spesa e a riconoscere dal vivo e concretamente quello che si è imparato.

 

  • La Scuola  della casa.

La nonna non insegna solo a cucinare, ma anche a pulire, e gestire la cucina. Anche a lavare, a stirare. Ci si aiuta insieme, si scambiano le conoscenze alla luce dei nuovi prodotti e dei nuovi elettrodomestici.  Si impara ad organizzare la casa, ad organizzare il cambio di stagione, i lavori domestici. È importante tornare a passare l’esperienza, a passare la cultura, l’impostazione l’organizzazione tipica  del materno. Ma anche a saperla condividere, a sentire che si è un collettivo. A sentire che non si è soli. A sentire l’altro non più  come un rivale con cui gareggiare, come uno con cui competere, ma  come una risorsa, uno che può aiutare, uno che può sostenere. A sentire e a sperimentare che insieme si può. A sentire   che siamo tutti una  grande famiglia. La famiglia di Dio.

 

  • La Scuola di cucito.

La scuola di cucito e molto preziosa, non solo perché permette di risparmiare, ma anche di attivare l’autonomia, la creatività, l’originalità e l’unicità di ogni donna. È importante che partecipano le ragazze, ma anche le bambine per cucire vestiti delle bambole. Per sentirsi protagoniste di, originali, uniche e irripetibili.   Cucire insieme, aiutarsi insieme, fa sentire un collettivo, da forza, dà sicurezza, da energia. Non fa sentire più soli. Aiuta ancor più l’identità del femminile e del materno. Indispensabili per il proprio ruolo e per il rapporto di coppia.

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 


La Scuola del paterno

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La  Scuola del paterno.

  • Scuola del nonno.

Scuola del nonno che ripara. Chi insegna sono i nonni che sanno fare tutto. Gli alunni sono i padri, i ragazzi, i bambini anche piccoli. Tutti maschi. E’ la scuola del maschile e del paterno.

 

  • Paterno come sicurezza

E’ il maschile che dà sicurezza, che attiva la sicurezza, che garantisce la sicurezza.  Insieme si impara come si fanno le piccole riparazioni di una casa. È qualcosa di molto prezioso che ha il sapore di buono. Che dà sicurezza. Che fa sentire uniti.  Che solo gli uomini possono passare e dare agli altri uomini. È il maschile, l’antenato che forma il futuro uomo. Che gli passa la saggezza, la sicurezza, la forza, la guida, l’onestà, la lealtà, la fiducia. È la formazione dell’uomo che dovrà guidare proteggere la sua famiglia, la sua donna e i suoi figli.

Quindi si insegna fare i lavori di riparazione,  elettrici, idraulici, di falegnameria, di muratura. Quelli piccoli che è possibile fare da soli. Si va insieme nei negozi a comperare il materiale è imparare a sceglierlo. Si impara a riconoscerlo. Si impara a saperlo organizzare e a saperlo ad operare e gestire. Si impara insieme.  Si possono invitare a insegnare e a spiegare dei tecnici del settore, un elettricista, un idraulico, un falegname, un muratore.

 

  • Paterno come guida

Ma è importante anche imparare ai figli, ai ragazzi e ai bambini a diventare uomini, nel senso di  guida. Quindi è necessario che diventino esperti della gestione della casa che diventino responsabili della gestione della casa.. Della gestione economica, dell’amministrazione della casa. Quindi bisogna  invitare esperti di banca che spiegano come funzionano le banche, i mutui, i prestiti, le cambiali. Invitare commercialisti che spiegano come amministrare l’economia di una casa. Come organizzarla, come documentarla. Le regole del fisco e come funzionano le tasse. Anche qualche avvocato che può spiegare le norme, le leggi, gli obblighi, le conseguenze di certe azioni.

 

  • Paterno come forza e protezione

È importante insegnare ai figli, ai ragazzi e bambini ad essere forza, protezione. Come intervenire per difendere la propria famiglia. Quali sono i pericoli per sé e per la propria famiglia. Conoscerli per evitargli e come affrontarli. Come aiutarsi insieme per affrontarli insieme, se da soli non ci si riesce. Quali sono i pericoli per la propria famiglia, cosa e come fare per affrontarli riguardo i figli in particolare. Si scopre che è difficile da soli affrontare la vita.  Si scopre allora che l’altro non è più il competitore, ma può essere una spalla, una mano, un braccio forte che si sostiene nella difficoltà, quando non ce la fa e. Si scopre l’altro come amico, come fratello, che come uomo ti capisce e ti sa aiutare. Si scopre la necessità e la ricchezza del collettivo maschile, del maschile come forza, come passione, come donazione, come salvezza, come coraggio, come cavaliere, come eroe. Si scopre che insieme si può veramente cambiare le cose, insieme si può veramente essere quello che si è, quello che si è sognato, quello che di buono si ha nel cuore. Si può realizzare il compito della missione per cui siamo stati creati.

Poi si può invitare un meccanico, per insegnare tutte le qualità delle macchine e delle moto. Un esperto di basket, per conoscere tutti i segreti delle partite.Attivare insomma nel collettivo, tutte le qualità del maschile. Accendere tutti i motori del maschile. Farli funzionare, farli risuonare. Insieme si acquista forza, insieme si può conoscere, insieme ci si può ritrovare, insieme ci si può aiutare. Un insieme che non si trova più solo in negativo quando si aggredisce nello stadio, o nelle bande o nelle ronde, ma un insieme che si trova in positivo. Un insieme costruttivo, rigenerativo, identificativo.

 

  • Paterno come cultura e sapere

 Essere anche un riferimento a livello culturale.  Invitare  un esperto di cultura, di quadri, di libri, di film, di arte, di storia, di turismo.  Per sapere cosa dire ai figli, per saper dare delle risposte. Per conoscere il mondo, per saperlo  capire e   saper scegliere. 

Ognuno può contribuire. Ma si crea un collettivo, molto più importante e funzionale del bar. È un collettivo dove c’è un fine, un senso, uno scopo, una alleanza, una identità. Dove ci si riconosce nell’altro, dove ci si sente alleato, parte dell’altro. Un collettivo di amici veri, che si aiutano, non solo a parole, ma fatti. In modo concreto.

 

È il mondo del maschile, che è anche il mondo del concreto. Lì l’uomo, il maschile, si ritrova, si riconosce, si riconquista. Acquista forza, energia, valore, importanza. Si rigenera.

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 


Costruire i giocattoli

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La scuola per costruire giocattoli.

Le nonne potrebbero insegnare alle bambine a costruire le bambole, come una volta. Come vogliono loro, con i vestiti cuciti da loro, con il viso come vogliono loro e l’espressione pure.

Ritrovare la gioia di costruire quello che si ama. Di fare, produrre, quello che si cerca. Di realizzare quello che si vuole. Questo è l’educare. Insegnare, aiutare a far uscire da dentro di sé quello che è nascosto, quello che potenza dentro, quello che c’è già dentro, e portarlo fuori, farlo diventare concreto, visibile, vivo, vero. Insieme all’idea che da dentro viene fuori, viene fuori anche la persona, il suo vero se, la sua  originalità, la sua  unicità, la sua specificità.  Viene fuori quello che si è veramente.

Anche i nonni potrebbero insegnare ai ragazzi come si costruiscono i giocattoli di legno. Ad esempio i carrozzoni. Possono parlargli dei loro giochi. Della loro semplicità. Per le loro emozioni. Le loro desideri. Delle loro fatiche. Delle delusioni, ma anche della gioia della conquista. 

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 




La scuola del passato

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Conoscere le proprie radici

I nonni possono fare delle lezioni ai ragazzi e ai bambini sulle radici, non solo della loro storia personale, ma anche di quel quartiere e di cui il paese.

Sentire raccontare, sentire l’emozione, il cuore, lo spirito che anima il racconto, è quello che fa muovere, attivare, vibrare  le corde più profonde dell’animo. E’ come se una parte di chi li ascolta, riconosce,  ritrova, rivive qualcosa di antico, qualcosa di  arcaico, qualcosa di basilare.  E’ come se risuona internamente  la propria stirpe, la propria  tradizione, l’ antica generazione. E’ come se si  ritrovano le proprie basi, le proprie radici, le proprie fondamenta. La propria storia. La propria terra. Il proprio sangue.

 

Insieme al loro possono così ricostruire  la propria storia  con:

  • Racconti di storie personali veramente accadute. Storie di gruppi. Fatti. Avvenimenti del paese. 
  • Foto di quei fatti e di quei tempi e di quei luoghi.
  • Canzoni di quel tempo, cantate o suonate.
  • Musiche di quei tempi, suonate dal vivo o con cd.
  • Emozioni vissute e raccontate: paure, angosce, coraggio, gioia, di una persona, di un collettivo, di un quartiere, del paese, del posto.
  • Storia del paese, dall’inizio ad oggi. Film che la riproducono, o riproducono la mentalità di quel tempo.
  • Filmini familiari che fanno vedere le persone e le cose di una volta.
  • Fotografie familiari o di personaggi tipici del posto.
  • Mostre di foto, esposizioni di foto e di articoli dell’epoca, di quel paese.
  • Spettacoli dove si possono riprodurre gli usi, i costumi, le emozioni del tempo, nelle diverse situazioni: prima della guerra, durante le e dopo. Fatti specifici avvenuti in quel quartiere, in quel paese, in quella data epoca.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

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