Attività per il cuore.
Giardiniere di sé.
L’anziano deve diventare come un giardiniere che impara a coltivare la propria terra. La terra è se stesso, il proprio corpo, il proprio cuore, la propria anima. Noi dobbiamo insegnargli a diventare il giardiniere di sé. Dobbiamo dargli gli spazi, gli strumenti per farlo. Dobbiamo creare le condizioni, perché lui possa diventare il protagonista di sé, il giardiniere che si prende cura di sé, che agisce e cura se stesso, facendo ogni giorno cose che attivano le sue risorse. Come il giardiniere lui ogni giorno da l’acqua, la luce l’aria al suo corpo, al suo cuore e al suo spirito. Ogni giorno per farlo crescere, ogni giorno per farlo vivere, ogni giorno per farlo esistere.
Le attività per il cuore sono semplici, pratiche, facili e non costose. ( Apri file. Clicca su: Tabella attività )
- Il testamento del cuore.
L’anziano scrive da solo o detta ad altri, la storia della propria vita. È fondamentale che la propria vita venga scritta, documentata, raccontata, per passarla ai propri nipoti, alla propria discendenza. Come testamento del cuore. È quello a cui possono riferirsi i suoi discendenti, è quello in cui possono ritrovarsi i suoi discendenti. Sono le radici, che vanno trovate, riconosciute, amate e rispettate. Sono le radici che danno forza, energia nuova, sono le radici che aiutano a ricominciare daccapo. Sono le radici antiche, il sangue antico, l’orgoglio antico, il coraggio antico, l’amore, la virtù, antica, in cui ritrovarsi, in cui rispecchiarsi. È la parte di sé più preziosa che va custodita, donata e e tramandata.
È quello che deve passare di generazione in generazione. È la linfa che non fa sentire soli, che non fa sentire distaccati, tagliati, separati, dimenticati. È il ritrovarsi in una famiglia antica, in una stirpe antica, in un casato. E’ ritrovare le radici da cui veniamo, a cui apparteniamo. Questo è quello che manca ai giovani, ai bambini, agli adulti. Questo è quello che va recuperato, ritrovato, ridonato. Ogni storia, per ogni nipote, per ogni figlio, raccontata nei minimi particolari dall’inizio. Ogni storia piena di fatti, ma in particolare di emozioni, di timori, di gioie, di fatica, di dolore e di coraggio, di speranza, di valore, di sogno.
- Il diario del cuore.
Oltre alla propria storia è importante che l’anziano scriva su un diario di quello che vive ogni giorno, come fanno i bambini o gli adolescenti. Scrive i fatti, ma in particolare le emozioni, i sentimenti, i desideri, le sensazioni. Scrivere su un foglio lo aiuta a gestire, ad affrontare i timori, le angosce e le paure. Il foglio le contiene, le tiene dentro. Lo aiuta così a capirle, ad affrontarle.
L’anziano nel diario può scrivere, come una lettera, a una persona scelta con il suo cuore. Poi in un altro diario, può anche rispondere al posto di quella persona a se stesso. Può quindi così imparare a parlare a se stesso, può imparare a trovare risposte, soluzioni che vengono dal suo cuore, dalla sua anima. Tutto questo è fondamentale che venga dato ai parenti, per passarlo ai propri nipoti.
Non bisogna dare per scontato che l’anziano ha finito di vivere. Non bisogna temere di non saper rispondere all’angoscia della malattia. Non bisogna pensare di dover essere noi a dare. Dobbiamo metterci di fronte a lui come qualcuno che prende, come qualcuno che crede, si fida delle risorse dell’altro. Dobbiamo metterci di fronte al lui come un appoggio, un sostegno, un qualcuno che gli ricorda che lui è capace, che ce la fa, che non è solo. Dobbiamo sostenerlo nella fiducia in sé. Dobbiamo fare da puntello fisico e psichico. Ma non dobbiamo mai sostituirci al lui, pensare al suo posto, decidere al suo posto. Perché questo significa svuotarlo di sé, a fargli negare se stesso, fargli dimenticare se stesso, fargli rifiutare se stesso. Anche negli errori, anche nelle difficoltà neurologiche, non devono mai perdere la dignità, la stima, e la fiducia.
- L’album delle foto.
Quello che conta più delle parole, quello che colpisce più delle parole, sono le immagini. Le immagini sono i simboli, i segni, i contenitori delle emozioni. Sono la rappresentazione concreta delle emozioni. Sono immediate, dirette e arrivano all’inconscio. Fare un album di foto della propria storia, significa fare una storia del proprio cuore.
Aiutiamo l’anziano a cercare le foto, con l’aiuto dei parenti. Le mettiamo in ordine insieme. È come mettere in ordine la propria vita. Ci scriviamo sotto le date e le persone. Le arricchiamo con foto muove. Ci mettiamo dentro anche altre cose che l’anziano sceglie, un simbolo, uno stemma, una lettera, una frase, una poesia, un disegno, un racconto, una storia. Lasciamolo libero di organizzarlo come vuole. Lasciamolo riempire di quello che vuole. L’album diventa così uno scrigno di emozioni, da lasciare ai suoi figli e ai nipoti. Un passaggio di emozioni personificate.
- Il film del cuore.
Con l’aiuto dei ragazzi, i nipoti, figli o volontari, si possono fare dei video in cui è l’anziano che racconta la sua storia. Con la sua voce, con il suo volto, con le sue emozioni, con le sue lacrime, con il suo sorriso.
La storia di sé. Quindi non solo scritta, ma narrata dal vivo. Basta una cinepresa piccola su un cavalletto, dove l’anziano quando vuole, può raccontare ogni volta una parte di sé, un pezzo di sé, un fatto, un ricordo, un’emozione. Poi si fa un video che diventa un film del cuore. Un film personale dove il figlio e il nipote può incontrare il proprio caro quando vuole. Dove lo può sentire vedere e amare quando vuole. È una occasione preziosa.
Il nonno in un DVD, che parla ai nipoti, che gli lascia il suo testamento emotivo, morale, spirituale. Che gli lascia e gli fa vedere il suo cuore, il suo affetto. Che gli passa le sue radici vive.
Altre attività del cuore:
- Film. Vedere i film di una volta. Per nutrire e riscaldare il cuore, per rivivere le emozioni dolci, belle, del passato. Film del passato, quelli che sono piaciuti di più, quelli dei loro tempi. Basta scaricarli da Internet e fargli vedere sulla TV con un lettore video o su un computer, o un Ipad.
- Vedere il video della loro famiglia. Dei loro nipoti, dei figli che gli parlano di loro.
- Canzoni del loro tempi. Scegliere le canzoni che amavano. Fargliele sentire con il computer, nella loro stanza, con una radio e una cuffia, per non disturbare gli altri. Oppure metterle su un lettore digitale in Mp3 e fargliele sentire con le cuffie, quando vogliono, dove vogliono e come vogliono.
- Su questo lettore Mp3 si possono poi mettere le registrazioni di avvenimenti, frasi e anche voci dei loro nipotini che parlano a loro, la voce del figlio che gli fa coraggio e gli ricorda che gli vuole bene.
- Cantare da soli o insieme. Karaoke.
- Musica da ballo dei loro tempi, da ascoltare e da vedere. Ballare se possibile.
- Ascoltare la musica classica. La musica da armonia ed energia. In particolare quella classica dolce e tranquilla, aiuta a calmare e a contenere le emozioni troppo violente e a riequilibrare l’angoscia e il disorientamento.
- Vedere i documentari dei loro tempi, dei loro luoghi, del loro passato, ma vedere anche il video dei tempi nuovi, per confrontarli, per capirli, per poterli valutare e poter dare ai nipoti un loro pensiero.
- Avere una biblioteca con libri a disposizione, e i giornali quotidiani e periodici, per poterli leggere e poter discutere in gruppo di quello che si è capito.
- Registratore. Per registrare i loro nipoti, la loro famiglia e poterli risentire.
- Videocamera. Per poter fare dei video in dvd del loro vissuto, dei loro amici, della loro famiglia, dei loro nipoti. Per diventare registi.
- Macchina fotografica. Fare foto, riprendere le persone e le cose che gli danno emozioni, gli danno anima, li aiutano a esprimere una parte di se. Metterle in mostra nella propria camera. Fare mostre comuni delle foto di tutti.
- Computer. Per parlare con la propria famiglia Via webcam, per telefonare ai propri parenti lontani e poterli vedere. Per imparare a scrivere, per fare i giochi, per navigare in Internet e scoprire mondi nuovi e immagini nuove. Se non ci si può muovere con il corpo, ci si può muovere con la mente e con il cuore.
- Cellulare. Per parlare con i loro cari.
- Dipingere. Disegnare, usare i colori per descrivere emozioni, per scaricare tensioni, per raccontare sensazioni. Con i colori a pastello, con i pennarelli, con i pennelli. Con acrilico, acquerello, olio. Fare piccole sculture con Das o argilla e poi dipingerle. Metterli in mostra nella propria camera. Fare una mostra comune.
- Giochi di gruppo.
Giochi di società. Cacce al tesoro. Inventare spettacoli. Fare una regia di un vissuto, di un interesse. Inventare uno spettacolo su un argomento scelto insieme. Fare uno spettacolo per spiegare un argomento importante che vogliono passare ai giovani. Fare uno spettacolo per i giovani, per passare alle generazioni future un proprio messaggio, un testamento spirituale. Riprendere con il video lo spettacolo ma ancor più la preparazione dello spettacolo, per poter sorridere insieme ricordare e rivivere le emozioni.
- Giardino.
Bastano pochi vasi o un pezzetto di terra ciascuno all’esterno o sul balcone. Per poter mettere qualche fiore, qualche seme, qualche segno di sé. Il rapporto con la natura è essenziale e aiuta a mantenere un rapporto con la parte più profonda di se. Prendersi cura della pianta è come prendersi cura di sé. È attivare un materno . Dare l’acqua e la luce alle piante tutti i giorni, è alimentare una parte di sé. Vederla spuntare, crescere e fiorire è come veder spuntare, crescere e fiorire una parte di sé.
- Ridere.
Ridere è l’aspetto centrale per attivare il cuore. È fondamentale divertirsi, ma in particolare farsi delle belle risate che fanno bene alla circolazione e al fisico, ma ancor più fanno bene al cuore. Lo rallegrano, lo curano, lo risanano. Non consiglio il circo o i clown che sono tristi per loro natura. Consiglio di chiedere agli anziani in gruppo, di scegliere delle attività che vogliono fare per ridere. Esempio: film divertenti e comici. Video divertenti, di vecchi spettacoli. Barzellette ricercate in Internet. Giocattoli che ridono se toccati. Travestimenti, scenette inventate, parodie, imitazioni.
Questo è il cuore delle attività. Se si ride e si impara a ridere, si sta bene. Se si impara a trovare l’aspetto divertente delle cose, si impara a superarle. Ridere sempre nella condivisione e nel rispetto degli altri che soffrono.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
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