Il metodo Pollicino.
Terapia psicologica per malati di Alzheimer e atrofia cerebrale. Su base analitica. Semplice. Pratica. Concreta. Si può fare a casa o in Istituto. Metodo nuovo, efficace e gratuito, ideato dalla dr.ssa Vallorani Maria Grazia, psicologo-psicoterapeuta.
Come Pollicino.
La mente, come Pollicino, viene portata in un territorio sconosciuto, in un bosco, in un ambiente non-familiare. E sa che si può perdere. Più va avanti, e più c’è il rischio di non riuscire a ritrovare la strada. E c’è il rischio di perdere se stesso.
Come Pollicino, la mente può seminare delle briciole. E poi può farsi aiutare dalle briciole, per ritrovare la strada. E per ritornare a casa. E ritornare in se stesso.
Ogni briciola è concreta. È un segno pratico. È un pezzo di sé, che aiuta a ricostruire la figura intera.
La briciola è il ricordo, che fa da molla, da motore, da spinta, e muove e attiva e riattiva la sfera cognitiva.
Non si riattiva solo il ricordo, ma anche tutto ciò che è associato a quel ricordo. Tutto ciò che è collegato. Quindi aziona uno schema coordinato, che, a sua volta, richiama altri ricordi e altri schemi.
Le briciole.
Le briciole, devono essere concrete. La malattia ha fatto regredire la mente a stadi evolutivi primari (ai primi mesi di vita), e allo stadio delle operazioni mentali concrete. Sono necessarie quindi cose concrete, che si possono vedere, toccare, sentire. Che hanno una forma, un peso, un colore preciso.
Briciola mentale. e Briciola concreta.
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- Chi sono io.
- Album di foto della propria storia. Con la propria foto grande in copertina. E tutte le foto in ordine di tempo, dalla nascita ad oggi. Foto reali o copie di altre foto, stampate con computer e ingrandite. Sotto ogni foto un nome, che dice chi è. Dove stava. Quando. Come.
- Video di sé. In un DVD e la propria foto sulla copertina. È la persona malata che parla di sé. Che dice quello che conta per lei. Quello che le sta a cuore. Quello che vuole passare ai suoi nipoti.
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- Dove sto.
- Un biglietto, una foto, un pulsante, al collo. Una cosa che porta addosso, che aiuta gli altri a sapere dove abita. E a lui, a riconoscere il posto dove deve tornare. Se si perde.
- Un indicatore digitale, piccolo come una moneta, come per ritrovare l’auto, che permette ad una APP di ritrovare dove sta. O una APP che segnala a livello vocale, dove deve andare.
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- Chi è la mia famiglia.
- Album di foto della famiglia intera, in copertina. Dentro le foto di tutti i parenti, e sotto il nome.
- Video in DVD. Ogni famigliare si presenta e dice chi è.
- MP3 con voci dei parenti, dei figli e dei nipoti, che parlano al nonno e gli dicono che gli vogliono bene. E suoni di casa, familiari.
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- Le mie cose.
- Scatola con dentro dei ricordi personali. Pezzi di cuore. (Spille, biglietti, lettere, regali, fiori, profumi…).
- Video in DVD della propria casa, della camera e degli oggetti che ama, e che ha amato.
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- I miei amici.
- Album di foto degli amici. Con foto e nome.
- Video in DVD. Si presentano gli amici e salutano. E ricordano alcuni fatti vissuti insieme.
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- Le mie canzoni.
- MP3 in Dvd, o in Usb, o Ipod, da sentire con le cuffie. Da soli o in compagnia. Canzoni anni 20-30, o classica, per rilassarsi e che attivano altri ricordi.
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- I miei cibi.
- Album con le immagini dei cibi preferiti. Le ritaglia la persona, e le incolla lei, come le figurine.
- Disegno del cibo.
- Cucinare insieme un’altra persona.
- Gioco del cuoco. Cucinare con le immagini. Cosa ci va? Cosa ci metto?
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- I miei vestiti.
- Gioco del vestire una bambola.
- Immagini di vestiti da mettere a una figura che corrisponde o assomiglia a sé.
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- I miei colori.
- Colorare una figura, una forma scelta.
- Dipingere con le dita o con il pennello.
- Incollare pezzi di immagini.
- Collage. Disegnare con i pezzi di giornale che sono stati ritagliati dal paziente, e incollati.
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10. Dove voglio andare.
- Tutti in vacanza. Viaggiare con gli occhi e con il cuore. Con Internet, collegato a un monitor tv, vengono proiettate le immagini del posto scelto. (Mare, montagna, città,…) Con il video di YouTube, o Google Maps.
- Viaggiare nello spazio. Con i video di YouTube o Internet, proiettati su una tv. Si va a Parigi, a Londra, in America, in Australia, a Roma, chiese, santuari, musei…….
- Viaggiare nel tempo. Video dei tempi passati. Video dei fatti accaduti. Filmati di YouTube, proiettati sulla tv.
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11. Cosa mi piace fare.
- Giocare a carte. Bocce. Lavorare i campi, cantare, ballare, suonare, pregare. Farlo insieme ad altri.
- Video di altri che lo fanno. Come una proiezione di sè. Con video di YouTube proiettati sulla tv.
- Mimare quel gesto insieme ad altri, come esercizio motorio.
- I più gravi, lo fanno con le mani soltanto.
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Musicoterapia.
- Si sceglie una canzone che piace a tutti. Anni 20-30. Con un ritmo facile e chiaro. (Esempio: “Arrivano i nostri a cavallo di un caval”)
- Si danza in modo spontaneo.
- Si anima la canzone. Si canta e si muovono le braccia con i segni che corrispondono al contenuto. Come fa la guida, davanti a loro. Come i bambini dell’asilo, con la maestra.
- Si suona con il proprio corpo. Si batte il ritmo della canzone con le mani prima, con i piedi poi, e alla fine con le mani con i piedi. Si usa il corpo, come una batteria.
- Si suona con le cose. Si batte il ritmo su un tavolo o con due cose tra di loro, o più cose a scelta. Si fa una batteria.
- Ogni volta una canzone diversa. A scelta di tutti.
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Terapia del gioco
Più la malattia è grave, e più è forte la regressione alle fasi primarie dello sviluppo (primi anni di vita).
Giochi. Tipici della fase evolutiva, dai 2 ai 5 anni.
- Costruzioni medie. Lego o in legno. Come nella scuola materna. Documentare con foto, per vedere evoluzione. Stimolo motorio. Stimolo ideativo. Attiva la capacità operativa mentale di associazione, confronto, seriazione, con le forme, i colori, la qualità e la quantità. Stimolo emotivo. Decide la persona cosa fare, come fare, quando e perché. E quello che costruisce è una parte di sé ideativa, ma anche emotiva. È un pezzo di cuore, che viene fuori. Che vive ancora. Che c’è ancora.
- Puzzle grandi. Puzzle di favole. In sequenza spaziale e temporale. Puzzle di immagini del proprio viso o di una persona cara, che può ricostruire.
- Gioco della casa. In una scatola, ci sono oggetti in miniatura, tipici di alcuni ambienti interni della casa (cucina, camera da letto, bagno, salotto). Deve ricostruire l’ambiente, e metterli come vuole, con i personaggi. Memoria del vissuto.
- Gioco del mondo. In una scatola ci sono oggetti in miniatura, tipici di ambienti esterni. (Mare, montagna, giardino, bosco, alberi, treno, macchina, nave,…) Con i personaggi in miniatura. (operaio, vigile, …). Anche ambienti storici (castello, cavalieri, pirati, guerra, indiani). Costruire una scena.
- Gioco della fantasia. In una scatola ci sono oggetti che ricostruiscono ambienti di favole e personaggi delle favole. I pazienti riproduce la favola dall’inizio alla fine. Memoria, organizzazione spazio-temporale. Operazioni mentali concrete e rappresentative.
- Farsi insegnare dai bambini come si gioca. Relazione significativa.
- Giocare con loro. Relazione emotiva.
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Terapia del cuore.
- Amore per sé. Prendersi cura di sé.
- I propri spazi. Mettere a posto le proprie cose, con l’aiuto di una persona (fare letto, preparare i vestiti, lavarsi).
- I propri tempi. Immagini associate per ricordare cosa fare. Mattino: immagine dell’alba (un sole che nasce), davanti a un’immagine di caffè, vestiti, doccia. Pranzo: immagine del sole in cielo, davanti a un’immagine di pastasciutta, pollo con patatine. Cena: immagine della luna, in un cielo celeste. Davanti a un’immagine di minestra. Notte: l’immagine del cielo blu scuro, con le stelle. Davanti a un’immagine di un letto. Dormire.
- Amore per gli altri.
- Coppia di amici. Due malati che si aiutano a vicenda. Che si prendono cura l’uno dell’altro. Come fratelli. Una nuova famiglia.
- Fare esercizi insieme. In cerchio. per potersi guardare. Per rispecchiarsi nell’altro. Per vivere l’altro.
- Fare un’attività personale insieme (mettere a posto, preparare la tavola)
- Giocare insieme (con i giochi da tavolo).
- Guardare insieme dei film comici.
- Ridere insieme. Con scenette rappresentate. Burattini. Patch Adams.
- Amore di Dio.
- Messa. Sacramenti. Parlare dell’anima. Si attiva l’anima. Si muove l’anima. Riprende forza. Non è più ferita. Non è più malata. In un posto, non c’è più la malattia. È stata vinta la malattia. C’è una parte di sé, sana.
- L’Unzione degli infermi. Lo Spirito Santo dà la forza all’anima, al cuore, e anche al corpo. Si placa il dolore e il sentimento di morte. La croce personale, diventa parte della croce del Figlio di Dio. In lui e con lui, quella croce acquista senso e significato. Salva il mondo. La persona malata torna ad essere utile. Essenziale. per sè e per il mondo. Anche quel dolore e quella malattia diventano una missione per la salvezza di chi gli è caro, e del mondo intero.
- Si prepara alla vita. Non alla morte. Ma alla vita vera. A quella che viene dopo. Nella gioia e nell’Amore di Dio. E dei suoi cari. Per sempre.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani.
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