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La scuola del passato
Postato ilConoscere le proprie radici
I nonni possono fare delle lezioni ai ragazzi e ai bambini sulle radici, non solo della loro storia personale, ma anche di quel quartiere e di cui il paese.
Sentire raccontare, sentire l’emozione, il cuore, lo spirito che anima il racconto, è quello che fa muovere, attivare, vibrare le corde più profonde dell’animo. E’ come se una parte di chi li ascolta, riconosce, ritrova, rivive qualcosa di antico, qualcosa di arcaico, qualcosa di basilare. E’ come se risuona internamente la propria stirpe, la propria tradizione, l’ antica generazione. E’ come se si ritrovano le proprie basi, le proprie radici, le proprie fondamenta. La propria storia. La propria terra. Il proprio sangue.
Insieme al loro possono così ricostruire la propria storia con:
- Racconti di storie personali veramente accadute. Storie di gruppi. Fatti. Avvenimenti del paese.
- Foto di quei fatti e di quei tempi e di quei luoghi.
- Canzoni di quel tempo, cantate o suonate.
- Musiche di quei tempi, suonate dal vivo o con cd.
- Emozioni vissute e raccontate: paure, angosce, coraggio, gioia, di una persona, di un collettivo, di un quartiere, del paese, del posto.
- Storia del paese, dall’inizio ad oggi. Film che la riproducono, o riproducono la mentalità di quel tempo.
- Filmini familiari che fanno vedere le persone e le cose di una volta.
- Fotografie familiari o di personaggi tipici del posto.
- Mostre di foto, esposizioni di foto e di articoli dell’epoca, di quel paese.
- Spettacoli dove si possono riprodurre gli usi, i costumi, le emozioni del tempo, nelle diverse situazioni: prima della guerra, durante le e dopo. Fatti specifici avvenuti in quel quartiere, in quel paese, in quella data epoca.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge
Per non autonomi
Postato ilProgetti per anziani non-autonomi
Assistenza privata a domicilio.
Contributo per l’assistenza dato non all’Istituto di ricovero, ma al paziente. Per renderlo autonomo e libero di gestire la propria assistenza a domicilio o in una struttura di sua scelta.
Per permettere l’assistenza nel proprio territorio, è indispensabile garantire dei servizi. Almeno offrire dei servizi qualificati nel proprio territorio. Per far diventare autonome le famiglie che devono assistere gli anziani non autonomi. La civiltà di una società si riconosce dalla capacità di sapersi prendere cura del debole e del sofferente. Prendersi cura del sofferente significa imparare a prendersi cura della propria parte sofferente e interna, significa non rifiutarla, non negarla, non separarla dalla coscienza. Significa accettarla, comprenderla, assisterla, abbracciarla, consolarla. Significa imparare ad essere completi, totali, integri, uniti in se stessi. Solo così si riesce ad essere uniti con gli altri.
Progetti originali.
Individuare progetti nuovi, utili, adeguati alle necessità e ai bisogni delle famiglie e dell’anziano non-autonomo. Pensati dagli stessi pazienti e organizzati dai parenti. Da finanziare anche con il contributo del Comune e delle Asl, per il risparmio di assistenza ospedaliera e in particolare per il notevole risparmio dei ricoveri in strutture per degenti non-autonomi ( che costano moltissimo e spesso non hanno posti disponibili).
Servizi convenzionati o privati territoriali:
- Scuola per badanti
- Badante sicura
- Pronto badante
- Servizio a domicilio
- Assistenza a domicilio . ( Pulizia. Medico. Infermiere. Trasporto).
- Pronto assistenza. (Pulizia. Medico. Infermiere. Trasporto).
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge
Progetti per anziani
Postato ilI nonni.
Chiamo le persone anziane nonni perché se noi siamo tutti una grande famiglia, loro sono i nonni di tutti. I nonni, coloro che rappresentano le radici, il ricordo, il passato dal quale è venuto il presente. Il vissuto, l’esperienza, la saggezza popolare.
C’è il cuore ancora genuino, provato, sofferente, tenace, coraggioso, resistente, fiero, orgoglioso. C’è una ricchezza di valori vissuti, sperimentati, scelti, cercati, onorati, difesi. C’è la voce, lo sguardo, le mani, il cuore, di chi ha saputo affrontare, combattere, resistere, vincere. C’è il sapore della conquista. C’è l’odore del rispetto. C’è il colore dell’onestà. C’è il suono della volontà. Ci sono le mani dell’operosità.
Non è giusto viverli come un peso da sopportare, da subire, da evitare. Devono tornare ad essere i protagonisti, gli autori, gli attori della parte che gli spetta. Di quella parte che possono riempire solo loro, che appartiene solo a loro. La parte dei padri. Di coloro che passano il loro sapere alle nuove generazioni. Di quelli che le preparano. Di quelli che le aiutano, di quelli che le sostengono. La parola Patria viene dal latino Patres che significa padri.
Rispetta e gli anziani non significa quindi solo non fargli del male. Significa dargli il loro posto nella società. Posto insostituibile. Significa dargli la loro dignità nella società. Indispensabili. Significa dargli il loro ruolo. Insostituibili.
Nuove forme di assistenza.
L’importante è fare di tutto per mantenere l’assistenza degli anziani nel proprio territorio. Per non perdere il contatto con il loro ambiente, con le loro cose, con le proprie radici, con i propri amici, con la propria terra. Per stare meglio. Per vivere non sopravvivere. Per essere se stessi e originali, unici e irripetibili. Per fare della propria vita a un’opera d’arte di Dio.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge
Genitori primi insegnanti
Postato ilGenitori primi insegnanti
Imparare attraverso i genitori ha un valore molto diverso da un apprendimento impartito da estranei o dalla scuola. Quello che insegna un genitore è infatti immerso in una relazione significativa, in un rapporto di amore, in una unione che risale alle origini della vita del bambino.
Nel loro insegnamento c’è la base affettiva, ma anche una comunione e una partecipazione alla cultura dei padri, degli antenati di quella famiglia e quindi una continuazione di un modo di essere, di pensare e di fare di più generazioni. Non è solo emotivo il legame con i propri genitori e i propri antenati, è anche un legame di sangue e quindi biologico. E’ il richiamo del sangue e delle proprie radici antiche. Un insegnamento che si immerge in questo affetto, sangue e radici, viene impresso, inciso nella psiche del bambino.
La parola insegnare viene infatti da : “in” = sopra e “signum” = impronta, caratteristica, sigillo, suggello. Il sigillo è un oggetto o una pietra sulla cui superficie venivano incisi con una tecnica di intaglio, simboli, stemmi o iniziali che potevano poi essere impressi su un’altra materia e fungeva da timbro. Anche le “insegne” rappresentavano un simbolo, uno stemma di una casata o di un paese. L’”insegna” è il segnale, il contrassegno che indica la qualità, il grado e la dignità di quella persona.
L’insegnamento è quindi un mettere un’impronta, un incidere qualcosa di significativo sulla mente del bambino, che lo caratterizza come appartenente ad una cultura e a un popolo e ne contrassegna la qualità e la dignità.
La famiglia quindi con il proprio insegnamento può impostare un modo di pensare, di comportarsi e di relazionarsi con il mondo che diventa così una formazione di base; di base perché è la prima nel tempo e perché è situata nelle fondamenta della personalità del bambino. Questa impronta deve però rispettare e armonizzarsi con il naturale sviluppo del bambino; in questo modo la cultura si integra con la natura, il sociale con l’individuale, il collettivo con il personale.
I genitori con la loro condotta, il modo di essere, i giudizi e le norme, determinano un modello di comportamento. Condizionano il Super-Io del bambino e formano parte della sua personalità. Quando diventano educatori, allora intervengono anche in modo positivo sul resto della personalità, aiutano l’Io, lo rinforzano, lo rendono attivo; risvegliano e promuovono risorse inconsce come l’immaginazione, l’intuizione, la creatività. Aiutano la natura a espandersi in tutte le sue forme e permettono lo sviluppo di un individuo più completo e il seme originario, il Sé del bambino può trovare un terreno fertile ed attivarsi ed esprimersi in tutte le sue potenzialità.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
La formazione di base
Postato ilLa formazione di base
La formazione di base cosa è?
La formazione di base è il costruire le fondamenta di un edificio, la base su cui poggia, la struttura portante che lo mantiene stabile e sicuro. E’ la formazione che fanno i genitori. Quella che possono fare solo loro.
E’ il seminare il seme. E’ metterlo nella buona terra. E’ proteggerlo, riscaldarlo, nutrirlo, innaffiarlo, proteggerlo perché non venga mangiato dagli uccelli E’ essenziale. E’ indispensabile. E’ fondamentale per attivare la crescita, per attivare il seme della futura pianta. Molto dipende da come è stato seminato il seme, come è stato nutrito e in quale terra è spuntato.
La formazione di base è indispensabile quindi per la crescita futura della personalità, ma è la base e anche per l’apprendimento, l’inserimento, l’adattamento del bambino nel mondo sociale e scolastico. Sono le fondamenta su cui la scuola può continuare a costruire il primo piano e poi il secondo e tutto l’edificio. Se mancano le fondamenta la scuola si trova come un’impresa edile, a costruire su qualcosa che frana, che non regge, che non funziona. Si trova quindi a dover sopperire a una parte che non le compete e che il bambino stesso non le riconosce. Con le basi poco stabili, è molto più difficile costruire bene e in modo sicuro e funzionale.
Come si fa, la formazione di base?
Il rapporto con la madre e il padre attivano nel bambino gli archetipi che sono le tendenze innate e congenite proprie della sua natura umana, collettive e individuali. I genitori sono quindi quelli che accendono i motori e fanno partire le potenzialità Sé del bambino, del seme. Ma devono anche coltivarlo perché le funzioni e le capacità si esprimano. Come ogni buon contadino, devono prendersi cura della terra dove il seme è piantato. La terra sono loro stessi, il contesto familiare, l’ambiente esterno e il contesto sociale in cui vivono.
Oltre a prendersi cura della terra il buon contadino deve conoscere le fasi della crescita del seme per intervenire nel tempo giusto. I genitori devono quindi essere presenti e conoscere le modalità e le fasi della crescita del figlio. I genitori quindi dovrebbero educare, coltivare, tutte le parti della personalità, come fa il contadino che dà l’acqua e il concime a tutte le piante del suo campo. Devono nutrire, coltivare e potare, come fa il giardiniere. Nutrire per attivare l’inconscio e le emozioni. Potare per attivare il Super-Io e coltivare per attivare l’Io. (Vedi nel sito: www.lascuoladeigenitori.it ).
Devono attivare e coltivare le funzioni della coscienza che, secondo la psicologia analitica, sono le modalità con cui la persona percepisce la realtà e si mette in contatto con essa: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione.
Due sono funzioni razionali: il pensiero e il sentimento e sono contrapposte tra di loro . Le altre due : la sensazione e l’intuizione sono irrazionali e sono opposte. Le funzioni razionali sono tali perché hanno a che fare con la riflessione e quelle irrazionali sono tali per che hanno a che fare con elementi istintivi, irrazionali e inconsci.
La funzione del pensiero permette di conoscere che cosa è un’oggetto della realtà. La sensazione permette di percepirlo con i sensi. Il sentimento è la capacità di valutare l’emozione soggettiva che provoca quell’oggetto e di coglierne il valore: se è bello brutto , se piace o non, se è gradito. L‘intuizione permette di cogliere e quindi di prevenire aspetti che non sono ancora evidenti relativi a quello oggetto.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge