L’apprendimento

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 L’apprendimento

Apprendere viene dal latino : ad- prehendere che significa prendere presso di sé, far proprio, includere. L’apprendimento è quindi una modalità attraverso cui un dato esterno alla coscienza, viene raccolto, preso dentro e fatto proprio.

L’apprendimento avviene in quattro fasi:

  • la percezione
  • l’elaborazione
  • l’assimilazione
  • l’ espressione

 

La percezione.

 Viene dal latino “percipere”  che significa cogliere, impossessarsi  e che a sua volta viene da: per – capere  = prendere attraverso.   La percezione è un prendere coscienza di un oggetto attraverso i sensi.

Gli organi sensoriali permettono di entrare in relazione con l’oggetto e di percepire, cogliere e portare dentro di sé aspetti e caratteristiche specifiche che lo contraddistinguono.

La vista permette di coglierne il colore, la forma, la grandezza, la profondità e il contesto in cui si trova. L’udito permette di cogliere il suono, il ritmo, le vibrazioni. l’olfatto percepisce gli odori e i profumi. Il tatto permette di sentire la consistenza e la struttura della materia di cui è fatto con le sue caratteristiche di liscio, ruvido, secco, umido, molle, caldo, freddo, tagliente. Il gusto permette di avvertire il dolce, il salato, l’amaro, l’acre, il piccante.  È importante considerare che la conoscenza parte sempre dal corpo. Il corpo è la porta, lo strumento indispensabile che può attivare un’esperienza totale completa.  Se l’esperienza parte dal corpo si attivano  i recettori neurologici  preposti e correlati tra di loro e le funzioni ideative entrano in stretta correlazione anche con quelle emotive in una unità naturale, indispensabile per la conoscenza vera di quell’esperienza.

 Una volta che un dato oggetto è stato percepito, sarà presente alla coscienza in modo specifico, ma non è stato ancora compreso, è stato solo colto. Per comprenderlo  è necessario pesarlo, valutarlo, confrontarlo e farlo entrare nel contesto delle idee già  acquisite.

Secondo Piaget l’apprendimento  è caratterizzato da due processi: l’assimilazione e l’accomodamento. C’è all’inizio una condizione di equilibrio dove il sistema delle idee è organizzato e adattato.   Assimilazione. Quando arriva un nuovo dato (percezione o azione)  affinché questo rientri nel vecchio ordine e trovi il suo posto, è necessario che il sistema si spezzi, si apra per farlo entrare.   Il sistema va quindi in crisi  (da crino-crinis = rompere)  e si forma un disequilibrio = perdita dell’equilibrio iniziale.  Con la rottura il nuovo dato può entrare nella parte che si apre e viene quindi incorporato e quindi assimilato. 

L’accomodamento. Una volta inserito il sistema si adatta e si accomoda al nuovo dato e si riordina in un nuovo equilibrio. E avvenuto un ulteriore adattamento cognitivo all’ambiente e quindi uno sviluppo. (Vedi Tabella. Clicca sopra a : Tabella 1 ) 

 

 

L’elaborazione.

Comprensione viene dal latino cum – prehendo e significa prendo insieme, in unione con. Per comprendere una cosa non basta sapere come è fatta, ma è necessario che sia messa insieme alle altre, che sia in relazione con loro. E’ necessario quindi che il nuovo dato, che nella fase della percezione si trova da solo di fronte alle idee già presenti nella mente, trovi ora il suo posto vicino a loro e in mezzo a loro.

Per trovare il posto, la mente in modo naturale fa delle operazioni mentali, si mette a lavorare e comincia ad elaborare. Elaborazione viene dal latino: “elaborare” = applicarsi, affaticarsi con cura, ingegnarsi, sforzarsi e anche acquistare con fatica, ricercare.  Significa che ora comincia un lavoro importante di collegamento logico con tutti i dati già conosciuti.     (Le operazioni mentali vd. articolo successivo).

 

 

            L’Assimilazione

Dopo aver collegato le caratteristiche dell’oggetto con tutti gli altri oggetti,  e aver quindi trovato i percorsi che lo collegano agli altri oggetti, la persona può individuare il posto dove collocarlo e dove gli rimane più facile ritrovarlo.

In pratica è come se il cervello tracciasse tutte le strade che si potrebbero fare per andare da un posto un altro e poi scegliesse quella che gli è più gradita. L’assimilazione è infatti il mettere in un posto specifico il nuovo dato servendosi dei collegamenti individuati e della strada preferita. L’assimilazione è la base della vera memoria, cioè della capacità di tenere dentro di sé e di ricordare, cioè di ritrovare quello che non è più presente alla coscienza.

Per ricordare un dato nuovo o una parola ognuno ha una sua particolare strategia, una strada che riesce più facilmente a percorrere in relazione alle sue tendenze e qualità. Chi è portato per la matematica lo associa ad una operazione numerica, altri a un concetto più vicino emotivamente, altri lo scompongono e ne associano le parti. Per esempio il tavolo può essere inserito tra gli oggetti della cucina o tra quelli di legno o tra quelli con quattro gambe. il numero  992354 può essere ricostruito ricordando che primi due sono l’ultimo numero a una cifra,  poi che gli altri sono in successione dopo l’uno e gli ultimi due sono invertiti. I nomi delle corde della chitarra  ( mi, si, sol, re, la , mi) si possono ricordare con la frase: “Mi si sorella mia!” E così via.

L’assimilazione quindi permette di ritrovare e di ricostruire quello che si è dimenticato, quello che è nascosto alla coscienza. In questo modo la mente si sente attiva,  protagonista e creativa nella funzione del pensiero e non rimane ancorata alla semplice ripetizione del dato. Ripetere in modo preciso e automatico un dato concetto è un moto meccanico che non ha a che fare con la comprensione vera.

L’assimilazione mette in luce quindi predisposizioni personali, tendenze creative e in particolare attiva l’intelligenza. L’intelligenza è quella capacità che trova la soluzione a un problema. Davanti a un dato da fissare, da sistemare, l’intelligenza trova la soluzione più adatta per quella persona, in quella situazione e in quel momento.

Quando il nuovo dato è entrato nel contesto delle idee e si correla a diversi sottosistemi (cassetti) non appartiene a nessuno di questi in modo totale, ma a più di loro; è come distribuito in più parti del cervello e lo si può ritrovare in più aspetti diversi tra di loro. Ad esempio il concetto di madre non fa parte solo della categoria della famiglia, ma può avere a che fare anche con il concetto dell’accoglimento, dell’amore, del nutrimento, del cibo, del generare, della natura, del calore, di un contenitore; ognuno di questi dati si associa alla madre e la può ricordare o la riporta alla mente senza che sia stato ricercato il concetto di madre.

Pensiamo al cervello come a una stanza e alle sue parti come a tanti armadi distinti e a loro volta costituiti da tanti cassetti e in ogni cassetto ulteriori ripartizioni. Ogni singola parte di questa stanza è in relazione con tutte le altre e con alcune in una relazione più specifica dovuta alla predisposizione ereditaria. Quando si pensa un dato parte un circuito che si muove tra i cassetti e tra gli armadi e, spostandosi dall’uno all’altro, determina dei percorsi che diventano sempre più chiari e più ricchi di dati. In questo modo il pensiero e l’intelligenza si attivano e cominciano a funzionare in modo agile e veloce e in modo autonomo e creativo.  ( Vedi tabella. Cliccare sopra:  Tabella 2).

 

  L’espressione.

A questo punto il concetto nuovo che è stato portato all’interno e quindi appreso, può essere riportato all’esterno. Espressione viene dal latino : “ex-premere” che significa  premere  da dentro verso fuori (= ex), e anche spremere, cavar fuori. È quello che gli insegnanti chiedono ai bambini quando devono valutare quello che è stato appreso.

Se il concetto è stato capito e cioè lavorato, affinato e assimilato, allora può facilmente essere espresso nelle forme e nei percorsi individuati dal soggetto. Si può quindi descriverlo a voce, disegnarlo, rappresentarlo in molti modi e si può anche discuterne perché è stato anche valutato e soppesato in relazione alle altre idee.

Ma se il concetto non è entrato ed è rimasto in superficie e se se ne ricordano solo aspetti impostati in modo meccanico, allora verrà riprodotto nella stessa forma: in modo superficiale, frammentato e devitalizzato. Il pensiero potrà avvalersi solo di pezzi di realtà, di parti non integrate, non riunite tra di loro e si disorienterà tra tanti concetti che si sommeranno l’uno sull’altro in modo uniforme.

In questo modo il pensiero perde una delle sue caratteristiche più importanti che è la funzione attiva e autonoma della coscienza che fa sentire la persona protagonista della realtà esterna ed interna. Un pensiero passivo, rigido, amorfo determina una perdita di energia vitale, una perdita della dignità della persona e in particolare una perdita della propria libertà.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani                                                                                 

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge


Rete Centrale Servizi per gli anziani

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Rete di servizi  per  gli anziani.

L’emergenza dell’assistenza degli anziani, oggi non è solo nei costi per le istituzioni sempre più alti, ma anche nei servizi. I servizi rischiano non solo di non essere più garantiti per i più poveri, ma rischiano anche di perdere qualità, efficienza, affidabilità. Rischiano di perdere l’aspetto umano, la centralità umana. Rischiano di perdere la dignità di servizio, l’identità di servizio.

Per questo è necessario e urgente riqualificarli. Reinventarli, per ritrovarli, ricrearli, senza aumentare i costi, rimanendo nei costi, anzi, risparmiando sui costi.  Per fare questo è però necessario gestire tutta la rete dell’assistenza dell’anziano, partendo dalla sede centrale, la Regione, fino all’ultimo fruitore, all’anziano stesso e alla sua famiglia.

Tutta la rete. Come la rete elettrica. È necessario che tutto sia correlato, coordinato, collegato. Tutto  sia gestito, controllato e verificato. Tutto sia  impostato e messo in sicurezza per le emergenze.  È necessario che tutta la rete sia bonificata. Se la corrente viene dispersa, viene ridotta, viene interrotta in alcune centraline,  non arriva nelle case, non funzionano gli apparecchi, si bloccano i servizi.

È quindi necessario impostare una rete dell’assistenza completa, sistematica, integrata.  Che parti dal pubblico ( Regione),  e che sia sempre accompagnata dal pubblico.  Che si  integri anche con il privato,  ma che non lasci mai il privato da solo.  Il privato  ha un’altra logica, un altro scopo, un altro fine. È un fine privato, di profitto, in cui  i soldi  vanno  prima di tutto  ai capi,  lì si concentrano   e quello  che rimane va  agli assistiti.  Quindi  il pubblico deve accompagnare sempre il privato, ma per promuoverlo, per farlo funzionare meglio, per garantirlo meglio, in modo integrato.

Propongo quindi un Centro di coordinamento tecnico centrale  regionale, formato da una equipe di operatori pubblici: tre medici uno psicologo. L’equipe,  dirige la rete centrale  e organizza e promuove la rete locale. Ogni regione può essere divisa in quattro zone. Perché ogni zona (collina, montagna, marina,) può avere realtà diverse, specifiche, che hanno bisogno di risposte diverse.  ( Vedi Tabella. Clicca su:  Rete Servizi anziani  )

 

Rete locale.

La rete locale  corrisponde al territorio  comunale  o a quello dell’Ambito territoriale  (che comprende più comuni). È una rete con al centro  un Centro di coordinamento tecnico locale, una  equipe  di quattro operatori: due medici e due psicologi, scelta dalla Regione, promossa dalla Regione e gestita dalla Regione. È pubblica nella sostanza, ma privata nella forma e nella istituzione. Questa equipe, questo Centro, è a sua volta convenzionato con i Comuni che serve, in cui opera. Tutti i servizi degli anziani sul territorio vengono accreditati, hanno quindi i soldi, solo se si fanno seguire, coordinare, controllare e verificare da questa equipe. Quindi il privato non è più solo. Fa parte di una rete con regole, linee, collegamenti unificati, condivisi, decisi insieme. Integrati.

L’equipe ha  la Regione  e la Sanità  che la controlla e la verifica dall’alto. Ma viene anche controllata dal basso, da i comitati di base, formati dai rappresentanti degli anziani, delle famiglie degli anziani, dall’associazione consumatori e dal volontariato di base. I comuni e gli ambiti territoriali sono invece i suoi collaboratori. Sono integrati al suo interno, insieme alla Asl del territorio. (Vedi Tabella. Clicca su:  Rete Servizi anziani)

La rete locale  comprende:  

La prevenzione  ( Vedi art. specifico).  Prevenzione al ricovero in Casa di riposo 

L’assistenza domiciliare con:

  • Taxi nonno
  • Corriere nonno
  • Scuola per  badanti
  • Badante sicura
  • Pronto badante
  • Servizio a domicilio
  • Assistenza  programmata a domicilio . Pulizia. Medico. Infermiere. Trasporto.
  • Pronto assistenza. Pulizia. Medico. Infermiere. Trasporto

 

L’assistenza agli anziani autonomi con:

  • condomini anziani
  • appartamenti singoli
  • appartamenti doppi
  • appartamenti tripli

 

L’assistenza agli anziani non autonomi  e le RSA con:

  • case alloggio
  • istituti di ricovero e cura convenzionati
  • istituti di ricovero privati.

(Vedi Tabella. Clicca su: Rete Servizi anziani )

Le modalità di organizzazione di funzionamento delle varie residenze sono descritte negli articoli specifici del blog, nella parte: Residenze degli anziani.

Quindi più residenze per anziani,  articolate, adattate alle necessità. Nuove residenze per gli anziani, pensate per le loro e con loro.  Soluzioni per un’assistenza graduale, che rispetta i tempi, che previene per quanto possibile il ricovero. Che parte dall’ambiente domiciliare. Che cerca di mantenere l’anziano a casa propria. Che imposta soluzioni di solidarietà e di accompagnamento  iniziali. Che promuove residenze di ospitalità amicale e familiare. Che promuove residenze nuove simili ai contesti familiari (condomini anziani, case famiglia). Da ultimo, offre anche l’istituto di ricovero.

Insomma la casa di riposo non è più l’unica soluzione per l’anziano solo. Prima, ce ne sono tante altre. La casa di riposo  è  l’ultima soluzione, l’ultima residenza, quando non è  le altre non sono più adeguate, quando è proprio necessario, quando non si può farne a meno.

Assistenza di pari passo con l’anziano, di pari passo con i suoi bisogni, di pari passo con lui. Così non è più traumatica, così non è più angosciante. Diventa un percorso con tante tappe. Diventa un cammino con tanti compagni di viaggio. Diventa un essere accompagnati, custoditi, rispettati. 

 

Rete regionale.

In ogni zona l’equipe del Centro di Coordinamento Tecnico pubblico Centrale:

  1. Promuove  le reti locali. Le organizza, le gestisce. Mantiene le relazioni tra la Regione e le reti locali.
  2. Coordina i Comuni  e gli Ambiti territoriali per la promozione delle reti locali.
  3. Fa incontri regionali con tutti i rappresentanti di tutti i servizi per gli anziani  (prevenzione, assistenza domiciliare, condomini degli anziani,  istituti di ricovero)  di tutta la Regione,  per impostare linee comuni e condivise, per accogliere iniziative, per conoscere le criticità e risolverle.
  4. Fa incontri con i rappresentanti dei comitati di base degli utenti, anziani, famiglie degli anziani, associazioni consumatori, cooperative dei servizi, di tutta la Regione.
  5. Fa una verifica diretta dell’idoneità dei servizi. Verifica diretta dei risultati. Monitoraggio valutazione dei risultati. Indagine conoscitiva sul territorio.

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.

 


Attività per gli anziani. Per la mente.

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Attività  per la mente.

Fondamentale per l’anziano è fare esercizi che attivano le capacità intellettive e operative  mentali, pensare capire e ricordare. Più il cervello funziona, più lavora e meno si rovina, meno si deteriora. Bisogna farlo allenare in modo costante e continuo, come si fa con il movimento del corpo.   Come si fa?  Con un lavoro che si chiama operativo. In pratica la mente deve fare operazioni mentali di: confronto, associazione, elaborazione, assimilazione, seriazione, classificazione, rappresentazione. (Vedi nel blog gli articoli sul pensiero). Anche di memoria. Ma non solo come ricordo automatico di una cosa, ma di assimilazione cioè di  collegamento di un dato con altri dati. In pratica si tratta di trovare qualcosa in un ordine logico che si è dato. Bisogna ritrovare  una cosa in un ordine di una stanza. Se abbiamo tutto in ordine, armadi, cassetti, secondo una categoria specifica, allora riusciamo a ritrovare sempre quello che cerchiamo, anche se non lo vediamo più, anche se non lo ricordiamo più. Fare memoria significa quindi ritrovare l’ordine delle cose.

Per fare tutto ciò  non servono esercizi specifici e complessi come indicato nella clinica. Si possono fare e attivare anche con semplici giochi. Il gioco non viene vissuto come recupero di un handicap. Viene vissuto come passatempo e come divertimento. In più permette di sorridere dei propri errori e di imparare dai propri errori. Non crea l’angoscia dei risultati, non è freddo, anonimo, tecnico, medicalizzato. Perché al centro c’è il cuore, l’emozione dell’incontro con l’altro, la gioia dell’incontro con l’altro. Al centro c’è il ridere, la simpatia, l’empatia, la condivisione.

Giochi semplici,  pratici, come quelli di una volta. Giochi che costano molto poco e che si trovano anche on-line. Giochi da fare anche a tavolino. Giochi da fare da soli o insieme in una stanza, giochi da fare in gruppo.  (  Apri  pdf.  Clicca sopra a:  Tabella attività  ) 

 

Per le attività motorie:

  • Shanghai  gioco
  • Domino
  • Castelli  fatti con le carte
  • Bocce  da esterno  e  da interno
  • Bigliardino
  • Bigliardo
  • bigliardino piccolo da tavolo
  • freccette, tiro al bersaglio
  • sacco pieno di sabbia  con guantoni da boxe, per scaricare le tensioni
  • Costruzioni piccole di un complesso specifico ( castello, automobile, pompieri, polizia, ecc.)
  • Puzzle  di disegni significativi scelti dall’anziano
  • Cucito e ricamo per le donne
  • Palline, ciondoli,  da infilare per la costruzione di  collane e braccialetti e anelli
  • Labirinti grafici
  • Gioco dell’oca
  • Dipingere
  • Disegnare e colorare
  • Das  da modellare e  da dipingere
  • Modellare l’argilla
  • Gioco dei birilli,   trottola, yo-yo, costruire aquiloni, gioco delle 5 noci da tirare per aria e riprendere, gioco con l’elastico da intrecciare con le mani, 
  • Camminare tutti i giorni, insieme,  parlando, cantando,  marciando insieme.  Camminare con la musica da  ascoltare insieme, camminare con la musica da sentire da soli  con le cuffie e un lettore mp3.  Giocare insieme ai giochi di una volta: ruba bandiera o fazzoletto, campana, 
  • Giochi  di una volta, i quattro cantoni, mosca cieca, Regina reginella,  testa e croce, morra, 
  • Senior dance. Danza per anziani.  Inventare passi nuovi. Inventare movimenti nuovi ispirati  a mestieri, emozioni, ecc. Da fare tutti insieme all’aperto o anche in una stanza con uno specchio.  
  • Giocare a pallone,  con una racchetta contro il muro, a pallacanestro contro il muro.

Tutti giochi da fare insieme con gli amici, e da fare insieme anche i propri nipoti, per insegnargli a sorridere e a divertirsi in modo semplice, pratico, spontaneo. Un modo vivo e vero, dove al centro è il cuore e il sorriso dell’altro.

 

Logica, memoria e organizzazione spazio-temporale:

  • Puzzle da 150 pezzi
  • Dama  e scacchi
  • Carte regionali,  carte da poker, ramino, burraco
  • Costruire un teatrino di marionette
  • Costruire le marionette
  • Cucire i vestiti per le marionette
  • inventare una favola e rappresentarla con le marionette
  • suonare uno strumento musicale
  • suonare il cembalo o il tamburello, strumenti di ritmo
  • imparare piccoli passi di danza leggera e dolce
  • Giocare al  Musichiere  con le canzoni antiche
  • Giocare a Lascia o raddoppia
  • Mentabile
  • Non c’è 2 senza 3
  • Verba volant
  • Battaglia navale di plastica e battaglia navale elettronica
  • Crucidoku
  • Cruciverba
  • Matematix
  • Identikit
  • Mistero a Hollywood
  • Profiler
  • 8 giochi magnetici in 1
  • Sudoku
  • Playstation
  • Wii
  • Computer per scrivere e giocare con i videogiochi
  • Mercante in fiera
  • La prova del cuoco
  • In giro per l’Italia
  • Avanti un altro
  • Geotech
  • Focus Storia il grande gioco
  • Scienza nella serra

 

Quando c’è un danno neurologico dell’attività mentale  è compromessa, non bisogna fare a meno dei giochi. Vanno sempre presentati, solo in forma più semplice. Più è grave l’anziano, più assomiglia a un bambino piccolo. Quando è molto grave, è come se fosse molto piccolo. Quindi bisogna fare tutto ciò che si fa con un bambino molto piccolo. E dargli degli stimoli e giochi che si danno ai bambini molto piccoli.  Per esempio, nel caso di danno neurologico molto grave, che lo obbliga al letto, assomiglia al bambino del primo anno di vita, che non si può muovere. Quindi faremo le cose che facciamo con il bambino piccolo. Usiamo i suoni, gli odori, i rumori, i colori. È più sensibile al tatto, ha bisogno di essere toccato, di sentire  l’altro attraverso il contatto. Ha bisogno di suoni dolci, musiche lente, morbide, leggere, come il carillon. Non sopporta rumori pesanti, forti, intensi.  Ha bisogno di odori, di profumi del passato. È più vicino all’inconscio come il bambino piccolo.

Con l’anziano, come con il bambino piccolo, ci si trova davanti all’inconscio. È come un’onda che ci viene addosso. Non bisogna prenderla di petto, di fronte, perché ci butta giù. Bisogna cavalcare l’onda. Entrare, salire, accettare quell’energia e prenderla a verso, andare verso, andare nello stesso verso. Senza farci prendere la mano. Cavalcare, mettersi in sintonia di quell’emozione, ma per guidarla, per contenerla, per portarla nel posto giusto. Per dirigerla nel posto giusto, nel posto che non crea danno, non crea pericolo né per lui né per gli altri. Ecco il guidare, ecco il contenere, ecco il rispettare l’anziano.

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.

 


Le operazioni mentali

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Le operazioni mentali

 

Le operazioni mentali  sono le operazioni di collegamento logico tra il nuovo dato e i dati vecchi già conosciuti.

 

Confronto.  

La prima operazione che avviene è quella del confronto. È più immediato cogliere infatti la differenza che la similitudine. Il dato viene confrontato con gli altri per valutare se  è diverso da quello che si conosce e in che cosa è diverso.  Per capire un oggetto, per esempio una rosa blu, si coglie all’inizio che è diverso dai fiori già conosciuti.

 

 Associazione.  

Si passa quindi all’associazione. Consiste nel ricercare tutti gli oggetti che assomigliano alle caratteristiche di quell’oggetto nuovo: esempio:

  • per  il colore  della rosa  rossa – tutti gli oggetti di colore  rosso,
  • per la forma – figure concentriche,
  • per il peso dei petali – oggetti soffici e leggeri,
  • per la materia – gli elementi della natura o vegetali,
  • per il significato – oggetti romantici o estetici o artistici.

 

Classificazione.

Questa è un’operazione mentale importantissima perché,  nell’andare a ricercare i collegamenti e le similitudini,  la mente comincia ad ordinare i concetti simili tra di loro mettendoli  dentro a dei contenitori con un denominatore in comune. Questa è la classificazione.

Si crea così un ordine, un’insieme di scompartimenti mentali dove si possono mettere più cose secondo una caratteristica. La caratteristica può essere del colore: le cose bianche da una parte, da un’altra le gialle, le rosse, le verdi eccetera, oppure può riguardare la forma: le cose quadrate, rotonde, triangolari, oppure il calore, l’umidità, la velocità, la densità, le cose della casa, della scuola  e così via. In pratica si comincia a sistemare le idee come dentro a dei cassetti con una dicitura davanti.

La persona scopre che il dato nuovo quindi può avere più caratteristiche che si possono associare a più cassetti. Più si lavora associando il nuovo dato a più cassetti, più la mente diventa elastica e agile, si apre e diventa capace di collegare e ordinare tutto il materiale dei concetti e delle idee.

 

Seriazione.

Una volta che è stata raggiunta la classificazione, cioè l’associazione di più oggetti tra di loro, si può fare una ulteriore operazione mentale: la seriazione.  Tra oggetti simili si trova l’ordine crescente o decrescente. così le cose rotonde si possono mettere in ordine dalla più grande alla più piccola o al contrario, i colori dal più intenso al più sfumato od elementi dal più caldo al più freddo, dal più pesante al più leggero, dall’umido al  secco, dal veloce al lento, dal dinamico allo statico, dal più vecchio al più giovane. Seriare le cose permette di mettere un ordine ulteriore all’interno del cassetto mentale. Tutto questo serve a ritrovare le cose in modo più veloce e più funzionale. In termini tecnici permette di operare in modo più fluido.

 

La corrispondenza.

L’operazione mentale della corrispondenza consiste nella capacità di individuare tra gli oggetti di due insiemi diversi, la relazione che associa uno a un altro; permette di trovare il collegamento, ciò che corrisponde nell’uno e nell’altro. La parola corrispondenza viene dal latino “cum-respondere” e significa concordare, esseri simile, conforme, simmetrico, proporzionato a qualcos’altro. Trovare la corrispondenza tra due oggetti situati in due insiemi o contesti diversi e quindi staccati, significa trovare ciò che stabilisce un legame, un collegamento, una concordanza, un accordo, una simmetria. Si tratta anche di trovare tra più elementi ciò che li unifica, che è in relazione con ognuno di loro. È come trovare il denominatore comune, l’elemento che li integra e li collega tutti. Esempio: mattone, porta, cucina, armadio, telefono, letto =  casa.     

 

Reversibilità.

L’operazione della reversibilità consiste nella capacità, in un processo o in un cambiamento,  di tenere presenti in mente contemporaneamente il punto di arrivo e il punto di partenza e di saperli correlare per cogliere cosa si è modificato effettivamente. Si chiama reversibile perché di fronte ad un cambiamento, il pensiero riesce a tornare indietro allo stato preesistente alla trasformazione. Per esempio permette di rilevare la conservazione della quantità o della materia nonostante il cambiamento della forma.

Più operazioni mentali si fanno, più la mente collega, lavora, si sforza e più la conoscenza del dato diventa chiara, precisa e si arricchisce di molte variabili. Questo porta la mente e quindi anche il pensiero a diventare ricco di possibilità, di angolazioni, di sfumature. Ciò incide in modo determinante anche sulla formazione della personalità. Infatti un pensiero scarno, statico, rigido porta a una chiusura, ad una unilateralità anche a livello psichico, ad una aridità anche del cuore. La possibilità invece di valutare una cosa da più angolazioni, secondo più riferimenti (cassetti) secondo punti di vista diversi, permette  anche alla personalità di non irrigidirsi, di diventare elastica, plastica, aperta alla diversità, capace di cogliere nella diversità e nel confronto un arricchimento e una conoscenza ulteriore del dato da conoscere e non una minaccia a ciò che era posseduto.

Porta inoltre anche ad aprirsi al nuovo e a saperlo  accogliere con curiosità e a saperlo integrare al vecchio arricchendolo.

 

Impostando bene una educazione del pensiero si può impostare anche un’educazione della mentalità, del modo di approcciarsi al reale e alle relazioni sociali.

 

 

 

 

 

 


Come educare al pensiero

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Le operazioni mentali

 

Il materiale  da usare  può essere:

  • materiale concreto e cioè gli oggetti che si possono toccare
  • materiale figurato, cioè immagini da ritagliare da riviste o giornali, o da libri illustrati o disegnate
  • materiale astratto e cioè parole scritte su dei piccoli foglietti o concetti espressi con delle brevi frasi scritte.

 

Operazione  del confronto

In una stanza o tra immagini o parole, trovare le cose che sono differenti o opposte:

nel colore (bianco-nero,  rosso intenso e rosso sbiadito), nell’altezza (basso-alto, lungo-corto), nella grandezza (magro, grasso, piccolo-grande), nella quantità ( poco-tanto, niente-tutto) , nella lunghezza (corto-lungo) , nella larghezza (stretto-largo),  nel peso (leggero-pesante), nella forma (cerchio-quadrato),  nel suono ( forte-piano, basso-acuto,  stridente-armonico), nel materiale ( ferro-carta, pietra-vapore, fuoco-acqua), nel tatto ( ruvido-liscio), nell’odore ( acre-dolce, puzzolente-invitante), nel sapore ( insipido-salato, aspro-dolciastro, amaro-dolce, cotto-crudo, piccante-scialbo).

 

 Operazione  dell’associazione.

 Trovare le cose che sono uguali tra di loro, secondo un criterio alla volta e metterle insieme.

Secondo il colore ( mettere insieme tutte le cose rosse, o immagini o parole che corrispondono ad oggetti che hanno un colore rosso;  e fare la stessa cosa con gli altri  colori);

Trovare tutte le cose di una stanza che sono simili nella forma, nella grandezza, nell’altezza, nella lunghezza, nella quantità, nel peso, nel materiale, nel suono, nell’odore.

Trovare tutte le cose che sono simili secondo la funzione ( es. servono tutte per viaggiare, studiare,  lavorare,  divertirsi,  ecc.)

Trovare tutte  le cose che sono simili secondo l’appartenenza a  un luogo  ( le cose della cucina, del bagno, della camera,ecc.)  e la stessa cosa con le immagini e le parole.

Trovare le cose simili che appartengono ad un mestiere (es. il falegname, muratore, elettricista,  fornaio, meccanico, postino, sacerdote, pescatore, fabbro, calzolaio, farmacista, medico, infermiere)

 

 Operazione  della classificazione.

Con l’associazione si avranno così dei mucchietti  ognuno composto da: cose rosse, un altro da cose gialle o da cose alte  o cose basse, o lunghe o corte, leggere, pesanti, rotonde o quadrate, umide o secche, fredde o calde, rivide o lisce, di vetro, di carta, li legno, di ferro. Questi mucchietto sono insiemi e sono diventati una classe =  che è un posto mentale che li contiene con un denominatore, cioè qualcosa che li accomuna e li fa stare insieme.

Ora si possono fare dei confronti e delle associazioni tra i mucchietti ( o le classi). Es. In che cosa sono simili  due mucchietti tra di loro. Oppure  prendere  solo  le cose di due mucchietti e riformare nuovi mucchietti secondo una nuova  associazione: qualità, quantità, peso, funzione, luogo di appartenenza ecc). 

 

Operazione della seriazione.

All’interno di ogni mucchietto o insieme, o classe, si possono quindi mettere in ordine tutte le cose (immagini o parole) in successione dal maggiore al minore o viceversa. esempio nel mucchio del materiale da quello più resistente a quello più fragile. Nel mucchio delle cose rosse dal colore più intenso a quello più sbiadito. Nel mucchio delle cose pesanti da quelle con peso maggiore a quelle leggere. Nel mucchio della forma a quella più grande fino a quella più piccola.

 

Operazione del sottrarre e del sommare.

Si parte da un insieme di cose indistinto e si comincia a levarne una quantità, prima entro la decina e poi oltre. Poi si può far corrispondere un contenitore o una scatola alla decina, una più grande al centinaio e una più grande ancora al migliaio. Usando la pasta o palline o bottoni si possono mettere 10 unità nella prima scatoletta, 100 nella seconda e così via. Si ha così il concetto di unità, di decina, di centinaia di migliaia. Si può giocare alla sottrazione con le scatole e poi intuire a quante unità corrispondono. Lo stesso si può fare con i disegni o con i numeri. I simboli dei numeri devono essere scritti su singoli foglietti, come le banconote ed essere gestiti allo stesso modo. In questo modo si può giocare a fare la spesa. Lo stesso procedimento vale per il sommare.

Il tutto può essere fatto anche con le parole o i concetti.

–     Si possono sottrarre da un insieme di concetti quelli essenziali, quelli secondari o quelli periferici o quelli che non hanno a che fare con la logica del discorso. Si possono sottrarre da una frase le parole non contestuali, quelle errate, quelle estranee, quelle difficili, quelle facili.

–     Si possono sommare a un concetto più concetti di tipo storico, geografico, descrittivo, emotivo, significativo, fantastico. Si possono aggiungere in una frase parole che non alterano il significato. Si può riempire una frase di parole che cambiano completamente il significato.

 

Operazione del dividere e del moltiplicare.

Prendere delle quantità e suddividerle in parti uguali mettendo una cosa alla volta in un mucchietto diverso (come quando si danno le carte o come le fette di torta). Si può fare la stessa cosa con le figure disegnate o con i numeri al posto delle parole. Una volta diviso il tutto in singoli mucchietti, si può ricontare il tutto per ritornare all’insieme da cui si era partiti e fare quindi un’operazione di reversibilità.

 I mucchietti rappresentano le parti e possono essere associati ad un numero 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, e fatti corrispondere alle dita. Si conta poi la quantità di ogni mucchietto e la si collega a quante volte si ripete. Questa è l’esperienza corporea alla base della moltiplicazione.

La stessa cosa si può fare con i concetti.

–     Riguardo al moltiplicare: ripetere il concetto in forme diverse, con diverse impostazioni: discorsiva, interrogativa, negativa, ironica, maliziosa, divertente, allusiva, intemperante, aggressiva.

–     Per la divisione: frazionare un discorso in quattro o cinque parti. Dividere il discorso in parti che contengono i soggetti, i verbi, di aggettivi, i sostantivi. Separare i concetti e distribuirli secondo una cronologia. Separarli e distribuirli secondo l’importanza o in modo assolutamente irrazionale.

 

Operazione della corrispondenza.

Tra le cose o  le immagini, o le parole o i concetti, si può ora trovare ciò che le collega e con quale criterio possono essere  in corrispondenza.

Distribuire su un ripiano cose o immagini o parole diverse tra di loro e trovare il collegamento a livello logico. Esempio guanto e mano, cappello e uomo, barca e svela, fazzoletto e naso. A livello concreto si possono mettere vicine e a livello dei disegni si possono collegare con una linea che simboleggia il legame che le unisce.

Si possono poi trovare tutte le cose o immagini o parole o concetti che si possono collegare tra di loro secondo:

  • una funzione (cose che servono per lavorare, per mandare, per vestirsi, per viaggiare, per dormire
  • un luogo, esempio Le cose della cucina, del bagno, della camera, della scuola, della città, della campagna, della montagna.
  • Il tempo esempio Le cose della preistoria, quelle del medioevo, quelle moderne. Le cose della mattina e quelle della sera. Le cose della primavera, estate, autunno, d’inverno.
  • una finalità esempio il mattone, finestra, tetto, balcone, sono tutte a loro volta collegate con la casa che le sintetizza e le riunifica. Così come bambino, maestra, libro, penna, scuola possono essere collegate ad un futuro di un adulto che lavora come medico.

 

Le parole e concetti possono essere trascritti su delle strisce di carta e incollate su delle carte da gioco per poi essere manipolate meglio. Si osserverà che una volta che si sarà impostato un metodo, i bambini e i ragazzi sapranno trovare in modo autonomo dei collegamenti veramente originali e nuovi che confermeranno che la capacità operativa non solo è stata assimilata, ma è diventata uno strumento per l’espressione della propria unicità, originalità e creatività.

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa  Maria Grazia Vallorani 

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.

 


Pensiero come numero.

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Pensiero come numero.

Esiste un legame profondo tra il pensiero e il numero. La parola pensiero viene dal latino “ pensare” che significa pesare con cura, ponderare, esaminare, considerare. Quindi il pensiero ha a che fare con il valutare, lo stimare un peso, una consistenza di qualcosa. Il peso è in relazione ad un parametro quantitativo e numerico e permette di stabilire delle relazioni tra le cose. La quantità a sua volta è correlata ai numeri.

Attraverso il numero quindi c’è la possibilità di definire la realtà in modo preciso, stabile e organico.   Nella cultura cinese il numero non è solo quantità ma è reputato qualità,  e quando numero e un ordine si manifestano in modo imprevisto, portano con sé l’indicazione di un senso. 

 Nel linguaggio comune si usano spesso termini matematici per esprimere concetti o valutazioni. “Fare i conti, tirare le somme, annoverare, contare poco, tanto o nulla, contare su qualcuno, mettere in conto, avere i numeri, due più due fa quattro. E ancora: ponderare, mettere sulla bilancia, dare il giusto peso, valutare il peso di qualcuno, avere un peso, dare poco tanto peso, peso morto, essere di peso, dare un peso eccessivo a quello che dicono gli altri, peso delle parole, giudizio pesante. E ancora: essere divisi, moltiplicarsi, alla potenza, al cubo, denominatore comune, frazione. Anche la parola racconto viene dal latino: ra-conto e significa contare di nuovo.

 Quando si organizza un pensiero ci si rifà spesso ai numeri naturali: dall’1 al 10. Si separa il discorso in parti che vengono ordinate in modo numerico: primo, secondo, terzo…e  mentre si espongono, la persona ha la necessità di fare riferimento anche alle dita della mano, come se il numero naturale ha un’attrazione talmente forte da richiamare in modo automatico anche il corpo. In questo modo le parti del concetto vengono sottolineate in modo più marcato e diventano più incisive e più chiare nella mente di chi  espone e di chi  ascolta.

 

 Per educare al pensiero quindi è importante educare a mettere in una relazione numerica le cose, le immagini o i concetti e a dargli un ordine.

Riguardo alle cose o alle immagini si può individuare il prima e il dopo di un fatto concreto o disegnato. Si possono disegnare  in successione dall’alto verso il basso, quattro o cinque figure di un avvenimento accaduto o che il bambino ha vissuto.

Esempio:

  1.     Un bambino sale sulla bicicletta con la madre che raccomanda di fare attenzione
  2.     Il bambino solleva la parte anteriore in modo eccessivo
  3.     Il bambino cade
  4.     La mamma lo cura
  5.     Ritorna sulla bicicletta e sta attento.

Le immagini senza il numero di riferimento, si possono incollare su delle carte da gioco e una volta che sono state mescolate, il bambino deve ricomporle nel giusto ordine dall’alto in basso. Si può quindi arrivare a un mazzo di 40 carte, in cui si trovano otto racconti composti ognuno di cinque scene che vengono mescolati tra di loro e il bambino deve ritrovare l’ordine di ciascuno. Questo è un esercizio particolarmente adatto per l’apprendimento della storia e dei riassunti in bambini dislessici in quanto imposta un metodo visivo a cui riferirsi.

 

 Lo stesso procedimento si può fare con un racconto (riassunto o storia) che viene diviso in    tante frasi. Prima si divide il racconto in cinque frasi molto semplici e chiare, ad esempio:

  1.       Cristoforo colombo va dalla regina di Spagna per chiedere le navi.
  2.       Parte con tre caravelle per attraversare l’oceano e arrivare alle Indie.
  3.       Dopo tanti mesi di navigazione,  c’è la disperazione, la fame e la ribellione dell’equipaggio.
  4.       Viene avvistata la terra e sbarcano e scoprono una terra nuova e gente nuova.
  5.       Cristoforo colombo ritorna in Spagna portando alla regina i doni della nuova terra.

Le frasi all’inizio devono essere presentate con un numero vicino e dall’alto in basso. Poi si leva il numero e ognuna viene incollata all’interno di una carta da gioco. Il bambino deve ritrovare l’ordine delle frasi che corrisponde all’ordine logico e consequenziale, e ricomporre il racconto. Si può arrivare ad un mazzo completo di 40 carte con 40 frasi di otto racconti diversi.

 

 Un altro gioco che genitori possono fare con i figli è di ordinare le cose o le immagini o le parole o i concetti secondo un ordine di importanza, formando delle graduatorie. Il criterio dell’ordine può essere di:

  • tipo personale (cosa è più importante per me)
  • di tipo sociale (cosa è più importante per la mia famiglia o per i miei amici)
  • di tipo oggettivo ( per l’umanità)
  • funzionale (per fare un viaggio, per studiare, per fare un certo lavoro, per giocare, per mangiare, per dormire.

Si presentano 10  oggetti o disegni o parole o concetti e il bambino o il ragazzo deve metterli in  fila, dall’alto al basso, contrassegnando ogni elemento con un numero dall’uno al 10. Esempio tra il -sole, albero, tv, cioccolata, fuoco, penna, amore, aiuto, soldi, macchina-  il bambino deve fare una graduatoria di importanza  per lui, un’altra per i suoi amici, un’altra per il mondo. Le graduatorie permettono così di confrontare e di comprendere come gli ordini cambiano cambiando di prospettiva, secondo i nuovi parametri. Una cosa che per me potrebbe contare poco: -acqua-, per il mondo o per un popolo africano può contare tantissimo e quindi stare al primo posto.

 

In questo modo il bambino comincia a pensare anche al senso che quella cosa ha o può avere in un altro contesto diverso dal suo. Un senso che passa e si manifesta attraverso un simbolo. Le immagini con cui si gioca possono diventare significanti e acquistare un valore molto più importante dell’aspetto cognitivo o logico. Quando infatti il pensiero si sposa con qualcosa che emerge dal profondo della psiche, dal Sé, diventa completo, stabile e solido, ma diventa anche efficace e creativo.

 

 

 

 

 

 Dr.ssa  Maria Grazia Vallorani 

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.