La motivazione.

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La motivazione. 

 

Non si può parlare di pensiero senza parlare di motivazione. La motivazione che è composta dalle parole: moto e azione, è la molla, il trampolino, quello che dà energia e movimento al pensiero, che lo mette in azione.

 

La motivazione contiene in sé un’emozione.     Emozione viene dal latino: e-moveo = muovere da.   L’emozione è un movimento energetico attivato da un complesso che è un centro di energia della psiche.   Quando il complesso viene toccato da un’esperienza, suscita una reazione di moto.  Questo movimento istintivo, irrazionale e inconscio stimola la coscienza, che si attiva attraverso il pensiero.

 

Un pensiero animato da un’emozione,    riesce a trasmettere l’energia vitale che contiene a chi lo ascolta e a chi è intorno a lui. Un pensiero senza emozione è un corpo senz’anima. E arido, amorfo, meccanico, vuoto, passivo, inerte; non tocca nessuno e non passa chi lo ascolta. L’emozione è come la corrente che fa scorrere l’idea, che la rende attiva, che le permette di lanciarsi, ed espandersi riprodursi e generare nuove idee. Senza di ciò il pensiero è artificioso e, anche se appare raffinato, ben impostato, diventa rigido e ripetitivo.

 

 

 

 

 

 


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Progetti per anziani autonomi.

Per far star bene una persona bisogna dargli un riconoscimento, un posto, un ruolo, uno scopo, una mansione specifica. Qualcosa da fare. Questo aiuta l’anziano a sentirsi utile, vivo. Lo aiuta ad affrontare il problema principale che è quello della solitudine. Lo  aiuta anche a sentirsi vivo. L’anziano non deve aspettare la morte e intanto sopravvivere meglio possibile. Deve vivere, vivere in pieno, vivere al massimo. Vivere come ha sempre desiderato, voluto, sognato. È l’ultimo pezzo del suo percorso. L’ultima stagione. Deve essere la più bella. Come nei fuochi d’artificio, deve essere la batteria. Deve venir fuori tutto se stesso. Deve dare tutto quello che può, per passarlo agli altri. Ha poco tempo. Ma fa ancora in tempo.

Progetti originali, nuovi,  semplici, utili, adeguati ai bisogni.

–           Casa dei nonni,

–           Cucina per i nonni soli

–           Nonno taxi

–           Corriere nonno

–           Adotta un nonno

–           La scuola dei nonni

–           La scuola di cucina

–           La scuola della casa

–           La scuola della spesa

–           La scuola del nonno

–           La scuola dei giocattoli

–           La scuola del passato.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 


La casa dei nonni

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È la casa dei nonni.

Sono i nonni  che decidono come deve essere la cosa dei nonni.  Come, quando, dove e perché. Insieme. Diventano autonomi e protagonisti della loro vita, della loro vita in comune. Della loro famiglia di amici.  Sono una nuova famiglia. È come una famiglia hanno una casa. Una casa di proprietà del Comune, o di qualche Associazione o di qualche privato che fa una donazione. Bisogna chiedere a chi ha. Domandare per chi non ha voce. Provare a fidarsi. Credere nella Provvidenza. Un appartamento normale, semplice, familiare.

La cosa che unisce di più di ogni altra è il mangiare. Quindi è una casa dove si cucina. Si cucina insieme. Senza cucina, la casa non è casa. Si cucina insieme, donne e uomini. Si fa la spesa insieme e insieme si decide che cosa fare. Insieme si fa. E insieme si mangia. Ognuno può portare qualcosa, o può essere donato  dalla Caritas, o  sovvenzionato  dai ricavi di   gare, tombole, cene, spettacoli,  di beneficenza, del paese dove si vive.

È il posto dove si può cantare insieme, le vecchie canzoni. Dove si può ballare, dopo aver mangiato, con una buona musica. La musica di una volta. È il posto dove si può suonare insieme. È il posto dove si può giocare insieme, con i giochi di una volta. Pensati, voluti, scelti da loro, come e quando vogliono loro. Quanto e perché vogliono loro.

La compagnia, lo scherzare, irridere, il giocare insieme, è quello che risolve la solitudine, che è il problema più grande dell’anziano. La mancanza di relazione stabile, continuativa, sicura. La casa offre la possibilità di sentire e di vivere l’amicizia, la scelta, la ricerca dell’altro. ,. Solo un anziano riesci a capire pienamente un altro anziano.  Tra di loro può esserci  la comprensione, la condivisione di un vissuto difficile e molto intenso. La possibilità di parlare delle proprie paure, delle proprie difficoltà.  Il rivedersi nell’altro come in uno specchio, permette di riconoscersi, di accettarsi, di capirsi, di amarsi.

La compagnia, l’amicizia e l’amore. Questo è quello che si può fare. Questo è quello che si può trovare nella casa dei nonni. Casa ammobiliata insieme, decorata insieme, piena di foto, ricordi, segnali dei momenti vissuti insieme.

 

Cucina per i nonni soli

I nonni  nella casa dei nonni, possono cucinare anche per i nonni che vivono da soli, per quelli che si possono spostare, per quelli che non ce la fanno economicamente. Alcuni pasti in più. Si cucina per i fratelli. Si preparano porzioni anche per loro e un volontario, porta le porzioni a domicilio.  Ci si può convenzionare con i volontari della Croce Verde o con quelli della Caritas.

È la più bella prova concreta di amore di attenzione di cura per l’altro che non ce la fa, per il solo, per il malato. È sentirsi utili. Non si cucina solo per sé,  si cucina anche per l’altro. Quello che si fa   è utile, è indispensabile, perché l’altro ti aspetta. I nonni che cucinano diventano così i padri, la famiglia di Dio, di chi non ha famiglia, del fratello dimenticato, abbandonato, isolato, rifiutato. Quello che sta a casa sente che qualcuno lo pensa, qualcuno lo vuole, qualcuno lo ama. Non a parole, non con le intenzioni, ma fatti e in verità.  Gli porta la cosa più importante: il cibo, come fa una mamma con il bambino. Quindi si sente unito a qualcosa di più grande. A una famiglia che  non lo lascia solo.

Quelli che cucinano diventano utili e preziosi. Solo loro sanno quello che  fa bene alla persona anziana, quello che gli serve, e lo preparano in modo genuino, fatto a casa, fatto su misura, fatto con cura, con attenzione e con premura.  Anche chi cucina acquista un ruolo importante a livello sociale.. Quello che fa non è solo divertimento, non è un passare il tempo, non è un non pensare, non è un vegetare, ma è utile, indispensabile, insostituibile, per la vita dell’altro.

Quello che sei e quello che fai quindi acquista senso, significato, scopo. Diventa concreto, diventa pane,  diventa cibo, diventa vita, diventa gioia, diventa amore. Sei tu che impari a donarti,  sei tu che diventi  dono. Quindi non  è solo l’aspetto concreto, non è solo l’aspetto affettivo dell’amicizia e  del gruppo, non è solo l’aspetto sociale di essere utile, è l’aspetto spirituale quello che diventa più importante. È entrare in una dimensione di apertura, in una dimensione di offerta, in una dimensione di senso, in una dimensione  che sa di buono, che profuma di Dio. È quindi un cucinare che serve per l’altro ma prima di tutto serve a chi lo sceglie, a chi lo vuole, a chi lo fa.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 


Nonno taxi

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Nonno  Taxi.

 

Come si fa ad andare nella casa dei nonni? Come si fa a se non ci sono i figli? Se hanno sempre da fare? Se ci si sente l’ultima ruota del carro? Si diventa autonomi.

Si chiama il Nonno taxi e per pochissimi euro fissi, convenzionati, ti porta dove vuole. Nella casa dei nonni, a trovare il tuo amico, ad aiutare un altro anziano solo, in Chiesa, dal dottore, a fare la spesa. La convenzione può essere fatta con il Comune  o con la Asl, in considerazione del risparmio  che deriva da questa attività che è  una vera ed efficace  prevenzione delle patologie fisiche e psichiche dell’anziano  e dal risparmio per i  minori ricoveri, sia negli ospedali, che nelle case di riposo.  

È molto delicato è importante scegliere l’autista. Deve essere una persona molto sicura e conosciuta perché i nonni devono essere tutelati.  Può essere un altro nonno giovanile o un parente giovane  di uno di loro. Deve essere scelto dai nonni tutti insieme a maggioranza. Deve esserci una convenzione con il Comune o le istituzioni per compensare il minimo. Meglio di tutto se si può fare con il volontariato in modo gratuito.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

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Corriere nonno

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Corriere  espresso per il nonno.

 

Questo è  un servizio dove non si muove il nonno, ma è l’altro che va nei posti, come il corriere espresso. Porta un pacco, va a fare la spesa, va in farmacia, va dal medico, e la porta a domicilio dell’anziano. Questo servizio deve essere lo stesso convenzionato o fatto come volontariato per un prezzo minimo. Le persone e gli autisti  devono essere più che sicuri, o uno dei nonni  o figlio o un parente stretto conosciuto, più che fidato. Mai fidarsi di estranei che possono approfittare dei bisogni. Se non è conosciuto è meglio non fidarsi.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

 

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Adotta un nonno

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Un nonno in affido.

I nonni più autonomi o i ragazzi o i giovani possono prendere in affidamento un nonno solo, o povero, o malato andare a trovarlo almeno una volta alla settimana per organizzare le cose che gli servono, per controllare la spesa, le medicine, per fare da  collegamento tra lui e la società che lo può aiutare. Dove mancano i parenti, dove i parenti non possono, non sanno, o non vogliono arrivare. Anche questi volontari devono prima essere conosciuti e scelti da i nonni della casa dei nonni. Meglio fidarsi di qualcuno che già si conosce. Meglio poco e buono che tanto  e non-sicuro.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

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