Educare al pensiero

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Educare al pensiero

 

Educare al pensiero significa insegnare a mettere ordine nelle situazioni della realtà e nelle idee, avere idee precise e chiare e  attenersi ai fatti servendosi della razionalità.

Pensiero viene dal latino pensare = pesare con cura, ponderare, giudicare, valutare con attenzione. Il pensiero  non è solo la conoscenza di qualcosa, ma implica anche  il giudizio  e il suo inserimento in uno schema mentale organizzato, che diventa un modello di interpretazione della realtà.

 Nell’età evolutiva le conoscenze si formano in modo graduale:  prima sono esperienze concrete, poi diventano semi-concrete come le immagini figurate, poi diventano immagini mentali e solo alla fine idee astratte. Per capire che cosa è un tavolo un bambino piccolo lo deve toccare, vedere; in una fase successiva lo può comprendere tramite una figura disegnata;  poi sarà capace di rappresentarsi l’immagine mentale del tavolo e solo alla fine alla parola tavolo corrisponde l’idea e il concetto senza più bisogno di immagini.

Queste conoscenze in ogni fase vengono a loro volta ordinate tra di loro e costituiscono un insieme organico. Per mettere in ordine le idee, il bambino si serve di una capacità operativa, cioè della capacità di fare delle operazioni mentali con i contenuti che ha appreso. 

 Comincerà a confrontare due cose per capire se sono  diverse o uguali. Con l’aiuto dei genitori può confrontare gli oggetti di una stanza e vedere se sono diversi o uguali nella forma, nel colore, nella grandezza, altezza, lunghezza, quantità, qualità della materia, tipo di suono ecc.

 Poi passerà ad associare, cioè a mettere insieme i contenuti che si assomigliano. Riferito agli oggetti di una stanza o alla natura, significa mettere insieme le cose uguali in un gruppo in riferimento al colore o alla forma o alla grandezza,  all’altezza, alla quantità, al materiale: da una parte le cose gialle e da un’altra le rosse, oppure da una parte gli oggetti con la forma rotonda e da un’altra quelli con la forma quadrata ecc. Impara così anche a classificarli.

 Poi  può iniziare a seriare, a mettere cioè le cose in fila dal maggiore al minore e viceversa e questo sempre riguardo la grandezza: dal più grande al più piccolo, all’altezza: dal più alto al più basso, alla quantità, alla pesantezza, alla resistenza del materiale ecc.

Queste operazioni si possono fare prima con gli oggetti concreti, poi con immagini figurate che riproducono  quell’oggetto, poi  con le parole.

Poi inizia la fase della rappresentatività, cioè della capacità di riprodurre l’oggetto  in una immagine figurata  in relazione ad altre immagini,  secondo un ordine logico relativo alla distanza, alla profondità, alla grandezza. Poi l’oggetto può essere rappresentato con un’immagine mentale e messo in  relazione con altre immagini mentali secondo collegamenti logici.

Alla fine può compiere l’operazione della reversibilità che  è la capacità, una volta che è stato fatta una azione che ha determinato una modificazione di una materia, di saper ritornare indietro al punto di partenza e cogliere la conservazione  della materia o della quantità. 

Poi dovrà trovare il modo di dare il giusto posto alle nuove idee. Ogni persona ha una sua strategia; è importante in questa fase aiutare bambino a trovare la sua e a rispettarla. Per esempio il concetto di tavolo può essere messo tra le cose che rappresentano la cucina, o nell’insieme degli oggetti di legno, o tra le cose che hanno quattro gambe.

Questa capacità di collegare i concetti e quindi di operare, permette di  assimilare, cioè di ricordare il posto mentale dove è stato collocato il nuovo dato e quindi di poterlo ritrovare con facilità.

Tutto questo lavoro di collegamento alla fine formerà una struttura operativa mentale, cioè una organizzazione di idee,  dotata di schemi e di metodi di elaborazione e ordinata in modo chiaro e sistematico. La persona che l’ha raggiunta sarà quindi capace di organizzare e di dare ordine anche agli elementi nuovi od esterni della realtà.

 Quindi far capire una cosa un bambino non significa spiegare una cosa e aspettare che la sappia ripetere. Far capire  significa attivare il meccanismo delle operazioni mentali con i suoi passaggi; passaggi e stadi mentali che sono quelli già iscritti naturalmente nella psiche (vd. Piaget). Usando queste modalità alla fine il bambino non avrà imparato solo una parola o un concetto, ma avrà acquisito un metodo, un modo di  comprendere.

Educare al pensiero significa aiutare il bambino ad acquisire un modo di pensare autonomo, libero e responsabile.

Ogni pensiero si attiva sempre in presenza di un’emozione; senza emozione il pensiero è sterile e vuoto. Un pensiero senza emozione è un corpo senz’anima.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge

 


Per il cuore

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Attività  per il cuore.

Giardiniere di sé.

L’anziano deve diventare come un giardiniere  che impara a coltivare  la propria terra.  La terra è se stesso, il proprio corpo, il proprio cuore, la propria anima. Noi dobbiamo insegnargli a diventare il giardiniere di se. Dobbiamo dargli gli spazi,  gli strumenti per farlo. Dobbiamo creare le condizioni, perché lui possa diventare il protagonista di sé, il giardiniere che si prende cura di sé, che agisce e cura se stesso, facendo ogni giorno cose che attivano le sue risorse. Come il giardiniere lui ogni giorno  da  l’acqua, la luce  l’aria al suo corpo, al suo cuore e al suo spirito. Ogni giorno per farlo crescere, ogni giorno per farlo vivere, ogni giorno per farlo desistere.

Le attività per il cuore sono semplici, pratiche, facili e non costose.  ( Apri file. Clicca su: Tabella attività  )

 

  • Il testamento del cuore.

L’anziano scrive da solo o  detta ad altri, la storia della propria vita. È fondamentale che la propria vita venga scritta, documentata, raccontata, per passarla  ai propri nipoti, alla propria discendenza. Come testamento del cuore. È quello a cui possono riferirsi i suoi discendenti, è quello in cui possono ritrovarsi i suoi discendenti. Sono le radici, che vanno trovate, riconosciute, amate e rispettate. Sono le radici che danno  forza,  energia nuova,  sono le radici che aiutano  a ricominciare daccapo. Sono le radici antiche, il sangue antico, l’orgoglio antico, il coraggio antico, l’amore, la virtù, antica,  in cui ritrovarsi, in cui rispecchiarsi.   È la parte di sé più  preziosa  che va custodita, donata e e tramandata.

È quello che deve passare di generazione in generazione. È la linfa che non fa sentire soli, che non fa sentire distaccati, tagliati,  separati, dimenticati.  È  il ritrovarsi in una famiglia antica, in una stirpe antica, in un cassato. In un collettivo proprio, che ci appartiene, da cui veniamo, a cui apparteniamo. Questo è quello che manca  ai giovani, ai bambini, agli adulti. Questo è quello che va recuperato, ritrovato, ridonato. Ogni storia, per ogni nipote, per ogni figlio, raccontata nei minimi particolari dall’inizio. Ogni storia piena di fatti, ma in particolare di emozioni, di timori, di gioie, di fatica, di dolore e di coraggio, di speranza, di valore, di sogno.

 

  • Il diario del cuore.

Oltre alla propria storia è importante che l’anziano   scriva su un diario di quello che vive ogni giorno, come fanno i bambini o gli adolescenti.  Scrive  i fatti, ma in particolare le emozioni, i sentimenti, i desideri, le sensazioni. Scrivere su un foglio lo aiuta a gestire, ad affrontare i timori, le angosce e le paure. Il foglio le contiene, le tiene dentro. Lo aiuta così a capirle, ad affrontarle.

L’anziano nel diario può scrivere, come una lettera,  a una persona scelta con il suo cuore.  Poi in un altro diario, può anche rispondere al posto di quella persona a se stesso. Può quindi così imparare a parlare a se stesso, può imparare a trovare risposte, soluzioni che vengono dal suo cuore, dalla sua anima. Tutto questo è fondamentale che venga dato  ai parenti, per passarlo ai propri nipoti.

Non bisogna dare per scontato che  l’anziano ha finito di vivere. Non bisogna temere di non saper rispondere all’angoscia della malattia. Non bisogna pensare di dover essere noi a dare. Dobbiamo metterci di fronte a lui come qualcuno che prende, come qualcuno che crede, si fida delle risorse dell’altro. Dobbiamo metterci di fronte al lui come un appoggio, un sostegno, un qualcuno che gli ricorda che lui è capace, che ce la fa, che non è solo. Dobbiamo sostenerlo nella fiducia in sé. Dobbiamo fare da puntello fisico e psichico. Ma non dobbiamo mai sostituirci al lui, pensare al suo posto, decidere al suo posto. Perché questo significa svuotarlo di sé, a fargli negare se stesso, fargli dimenticare se stesso, fargli rifiutare se stesso. Anche negli errori, anche nelle difficoltà neurologiche, non devono mai perdere la dignità, la stima, e la fiducia.

 

  • L’album delle foto.

Quello che conta più delle parole, quello che colpisce più delle parole, sono le immagini. Le immagini sono i simboli, i segni, i contenitori delle emozioni. Sono la rappresentazione concreta delle emozioni. Sono immediate, dirette e arrivano all’inconscio. Fare un album di foto della propria storia, significa fare una storia del proprio cuore.

Aiutiamo l’anziano a cercare le foto, con l’aiuto dei parenti. Le mettiamo in ordine insieme. È come mettere in ordine la propria vita. Ci scriviamo sotto le date e le persone. Le arricchiamo con foto muove. Ci mettiamo dentro anche altre cose che l’anziano sceglie, un simbolo, uno stemma, una lettera, una frase, una poesia, un disegno, un racconto, una storia. Lasciamolo libero di organizzarlo come vuole. Lasciamolo riempire di quello che  vuole. L’album diventa così uno scrigno di emozioni, da lasciare ai suoi figli e ai nipoti. Un passaggio di emozioni personificate.

 

  • Il film del cuore.

Con l’aiuto dei ragazzi, i nipoti, figli o volontari, si possono fare dei video in cui è l’anziano che racconta la sua storia. Con la sua voce, con il suo volto, con le sue emozioni, con le sue lacrime, con il suo sorriso.

La storia di sé. Quindi non solo scritta, ma narrata dal vivo. Basta una cinepresa piccola  su un cavalletto, dove l’anziano quando vuole, può raccontare ogni volta una parte di sé, un pezzo di sé, un fatto, un ricordo, un’emozione. Poi si fa un video che diventa un film del cuore. Un film personale dove il figlio e  il nipote può incontrare il proprio caro quando vuole. Dove lo può sentire vedere e amare quando vuole. È una occasione preziosa.

Il nonno in un  DVD,  che parla  ai nipoti, che gli lascia il suo testamento emotivo, morale, spirituale. Che gli lascia e gli fa vedere il suo cuore, il suo affetto. Che gli passa le sue radici  vive.

 

Altre attività del cuore:

  • Film. Vedere i film di una volta. Per nutrire e riscaldare il cuore,  per rivivere le emozioni dolci, belle, del passato.  Film del passato, quelli che sono piaciuti di più, quelli dei loro tempi. Basta scaricarli da Internet e fargli vedere sulla TV  con un lettore video o su un computer, o un Ipad.
  • Vedere il video della loro famiglia. Dei loro nipoti, dei figli che gli parlano di loro.
  • Canzoni del loro tempi. Scegliere le canzoni che amavano. Fargliele sentire con il computer, nella loro stanza, con una radio e una cuffia, per non disturbare gli altri.  Oppure metterle su un lettore digitale in  Mp3 e fargliele sentire con le cuffie, quando vogliono, dove vogliono e come vogliono.  
  • Su questo lettore Mp3 si possono poi mettere le registrazioni di avvenimenti, frasi e anche voci dei loro nipotini che parlano a loro, la voce del figlio che gli fa coraggio e gli ricorda che gli vuole bene.
  • Cantare da soli o insieme.  Karaoke.
  • Musica da ballo  dei loro tempi, da ascoltare e da vedere. Ballare se possibile.
  • Ascoltare la musica classica.  La musica  da armonia ed energia. In particolare quella classica dolce e tranquilla, aiuta a calmare e a contenere le emozioni troppo violente e a riequilibrare l’angoscia e il disorientamento.
  • Vedere i documentari dei loro tempi, dei loro luoghi, del loro passato, ma vedere anche il video dei tempi nuovi, per confrontarli, per capirli, per poterli valutare e poter dare ai nipoti un loro pensiero.
  • Avere una biblioteca con libri a disposizione,  e i giornali quotidiani e periodici, per poterli leggere e poter discutere in gruppo di quello che si è capito.
  • Registratore. Per registrare i loro nipoti, la loro famiglia e poterli risentire.
  • Videocamera. Per poter fare dei video  in dvd del loro vissuto, dei loro amici, della loro famiglia, dei loro nipoti. Per diventare registi.
  • Macchina fotografica. Fare foto, riprendere le persone e le cose che gli danno emozioni, gli danno anima, li aiutano a esprimere una parte di se. Metterle in mostra nella propria camera. Fare mostre comuni delle foto di tutti.
  • Computer.  Per parlare con la propria famiglia Via webcam, per telefonare ai  propri parenti  lontani e poterli vedere. Per imparare a scrivere, per fare i giochi, per navigare in Internet e scoprire mondi nuovi e immagini nuove. Se non ci si può muovere con il corpo, ci si può muovere con la mente e con il cuore.
  • Cellulare. Per parlare con i loro cari.
  • Dipingere. Disegnare, usare i colori per descrivere emozioni, per scaricare tensioni, per raccontare sensazioni.  Con i colori a pastello, con i pennarelli,  con i pennelli. Con acrilico, acquerello, olio.   Fare piccole sculture con Das o argilla e poi dipingerle. Metterli in mostra nella propria camera. Fare una mostra comune.

 

  • Giochi di gruppo.

Giochi di società. Cacce al tesoro. Inventare spettacoli. Fare una regia di un vissuto, di un interesse. Inventare uno spettacolo su un argomento scelto insieme. Fare uno spettacolo per spiegare un argomento importante che vogliono passare ai giovani. Fare uno spettacolo per i giovani, per passare alle generazioni future un proprio messaggio, un testamento spirituale. Riprendere con il video lo spettacolo ma ancor più la preparazione dello spettacolo, per poter sorridere insieme ricordare e rivivere le emozioni.

  • Giardino.

 Bastano pochi  vasi  o un pezzetto di terra ciascuno all’esterno o sul balcone. Per poter mettere qualche fiore, qualche seme, qualche segno di sé. Il rapporto con la natura è essenziale e aiuta a mantenere un rapporto con la parte più profonda di se. Prendersi cura della  pianta  è come prendersi cura di sé. È attivare un materno .  Dare l’acqua e la luce alle piante tutti i giorni, è alimentare una parte di sé. Vederla spuntare, crescere e fiorire è come veder spuntare, crescere e fiorire una parte di sé.

  • Ridere.

Ridere è l’aspetto centrale per attivare il cuore. È fondamentale divertirsi, ma in particolare farsi delle belle risate che fanno bene alla circolazione e al fisico, ma ancor più fanno bene al cuore. Lo rallegrano, lo curano, lo risanano. Non consiglio il circo o i clown che sono tristi per loro natura. Consiglio di chiedere agli anziani in gruppo, di scegliere delle attività che vogliono fare per ridere. Esempio:  film divertenti e comici. Video divertenti, di vecchi spettacoli. Barzellette ricercate in Internet. Giocattoli che ridono se toccati. Travestimenti, scenette inventate, parodie, imitazioni.

Questo è il cuore delle attività. Se si ride e si impara a ridere, si sta bene. Se si impara a trovare l’aspetto divertente delle cose, si impara a superarle. Ridere sempre nella condivisione e nel rispetto degli altri che soffrono.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.


Per l’anima

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Attività  per l’anima.

Discutere, parlare, attiva l’anima, attiva lo spirito. Parlare insieme, pensare insieme, è quello non fa sentire soli. La relazione con l’altro è fondamentale non solo per stare in compagnia, ma per aiutarsi insieme, per fortificarsi insieme. Per condividere la fatica, per sentirsi uniti. Per sperimentare che insieme si può. Che l’altro è indispensabile per la propria vita. Che solo chi soffre come te, chi vive il tuo problema, può capirlo, può condividerlo, può essere in sintonia con te. Un altro quindi che ti sta vicino non perché lo deve fare per lavoro, o che lo deve fare per dovere, ma un altro che ti sta vicino per bisogno,  in sintonia con il tuo cuore, insieme al tuo cuore.

Studiare argomenti, leggendo, pensando e approfondendo in Internet. Poi pensarli insieme in lavori di gruppo. Mettersi tutti in circolo seduti, con un moderatore scelto tra i presenti. Senza professori, insegnanti. Tutto il gruppo è insieme alunno  e professore. È il gruppo che si pone una domanda e insieme, piano piano, cerca una risposta. Come un investigatore, sulla base degli indizi, dei segnali, delle impronte, delle testimonianze, cerca di capire il nesso, il collegamento tra le cose e arriva ad una soluzione. Si arriva insieme, con calma, senza fretta. Nel rispetto di ognuno, nell’ascolto di ognuno. Gli incontri possono essere giornalieri, su argomenti vari:

  • amicizia e amore
  • famiglia (figli e nipoti)
  • politica
  • salute e movimento
  • cucina e alimentazione (ricette e gusti)
  • solitudine, paure, angosce, emozioni
  • malattia e morte
  • senso della vita
  • origine e meta della vita
  • Dio
  • Fede
  • eternità e paradiso
  • Madonna e santi
  • preghiera
  • attività da fare e da proporre alla casa.

( Apri pdf. Clicca su: Tabella attività )

 

La spiritualità.

Il vissuto della fine della vita e la vicinanza della morte, attivano domande, angosce, importantissime a cui si devono dare delle risposte. Risposte personali, ma anche risposte collettive, insieme. È quindi fondamentale parlare insieme del senso della vita, del senso della morte, dell’aldilà, dello spirito, di Dio. Parlare di Dio. Parlare con Dio, incontrarsi con Dio, cercare Dio, diventa indispensabile per varcare la porta verso l’eternità. Farsi aiutare in questo a livello personale, ma ancor più farsi aiutare in questo a livello di gruppo.

  • Parlare di Dio insieme
  • parlare con Dio insieme
  • inventare delle preghiere
  • recitare delle preghiere scelte insieme
  • ascoltare la messa
  • avere immagini che ricordano Dio, Gesù il Salvatore, Maria la madre
  • avere oggetti personali e di gruppo che rappresentano Dio, un crocefisso, una Madonna.
  • Una cappella con un tabernacolo con l’eucarestia, in cui poter andare sempre, quando se ne ha bisogno, da soli o insieme.
  • Fare ricerche in Internet per trovare risposte o argomenti sulla fede da approfondire (  www.cercarelafede.it  )
  • cantare insieme scegliere insieme i canti religiosi e imparare i nuovi con dei giovani volontari che suonano e dirigono il coro.
  • Far venire un sacerdote o un diacono per parlare insieme degli argomenti più complessi. Per conoscere la parola di Dio. Per camminare insieme, per sostenersi insieme, verso la fine della vita e il nuovo inizio nel Regno del Padre.
  • Chiedere a un sacerdote di celebrare la messa tutti i giorni nella cappella e ascoltarla insieme. Parlare insieme del Vangelo che è stato ascoltato e vedere se da risposte al proprio cuore, alla propria situazione, alla propria anima. 

 

Parlare dell’anima, ascoltare l’anima, far vivere l’anima. Ecco il segreto della vecchiaia. Ecco il tesoro della vecchiaia. È il momento in cui si tirano le fila e in cui l’anima sola può dare delle risposte. È il momento dell’anima. È il posto dell’anima.

Prendersi cura dell’anima perché l’anima si prenda cura di te. Mettere l’anima al centro permette  di trovare la pace, la forza di affrontare tutto.  Permette di ritrovare il centro della propria vita.  Trovare il senso, lo scopo il fine, l’origine e la meta. Ritrovare lo spirito della propria vita. Ritrovare se stessi in modo completo, integro, unificato.  Aprire la propria vita all’eterno, all’infinito, al divino.

L’incontro dell’anima con Dio, nel momento della fine della vita, diventa un momento sacro, divino, celestiale. È la porta del Paradiso.

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.


Nuove attività per gli anziani

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Nuove attività per gli anziani.

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Viaggiare con gli occhi e con il cuore.

Dove vuoi andare?

Con uno schermo grande, collegato a un computer, posizionato in basso.  Tramite internet,  i siti specifici, vengono proiettati sullo schermo.  Si chiede all’anziano, dove vuole andare.  E lui lo vede stando seduto e comodo. 

Turista per finta.    Si cercano i siti   dei  posti di turismo famosi.   In tutti i continenti America, Asia, Europa, Africa, Australia.   Isole, parchi, monumenti.   Le isole dove si sogna di andare.  Es.  Mauritius, Canarie, tremiti, ecc.   e tutti i luoghi di sogno.   Un sogno da realizzare.  Che si può vedere. Dove si può stare con gli occhi e con il cuore.

In quale città?  (es. Parigi).   Ci si collega con il sito giusto e si  guardano  quante cose che ci sono.  ( es. chiese, monumenti, ecc).  Poi si può andare a vedere in quella chiesa in modo specifico (es. cattedrale di Chartres).  E le opere d’arte dentro.

In quale museo?  L’arte è capace  di riempire i vuoti, di tutti e anche dell’anziano.  Dall’opera d’arte passa una carica energetica positiva e armonica,  e arriva nell’inconscio della persona,  e attiva archetipi positivi.  Ci si collega con i siti  dei musei più famosi. Esempio museo egiziano, Louvre, museo D’Orsay.  Usare  assolutamente solo i siti gratis, per la sicurezza.  

Dipinti famosi.   Tramite la ricerca per immagini.  Si possono scegliere anche singoli pittori,  e andare a cercare le loro opere più famose. In particolare le opere di arte sacra.  I temi sacri, arrivano alla base dell’inconscio e attivano il divino. Temi spirituali sono essenziali nella fase finale della vita.

 

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Memoria.

Cosa  vuoi rivedere?  

Si cercano video su YouTube  di quel fatto, di quel  tempo di vita.  Anche film di quel periodo.

Cosa vuoi sapere?

Capire di più di quello che è successo. Andare a fare delle ricerche, sui perché delle cose che sono successe. E poi parlarne insieme. Questo attiva la memoria, i sentimenti, le passioni, le emozioni, in un contesto collettivo e protetto.

Cosa vuoi trovare?

Ritrovare nei posti dove si è stati. Con Google Maps si può entrare in una via, di ogni città. E rivedere le case, i negozi i luoghi della propria infanzia. Com’erano prima e come sono adesso.

Chi vuoi ritrovare?

Ritrovare delle persone care. Ritrovare un figlio,  una sorella una persona che ti ha salvato la vita.  O amici o compagni di un periodo di vita. Si possono fare delle ricerche in Internet.   

E si possono attivare dei gruppi di giovani su Internet, che aiutano nelle ricerche. Tutto on-line. Si possono chiamare: “i nipoti dei nonni”. E possono fare loro delle ricerche collettive che hanno un senso significato affettivo e importante. I ragazzi entrano dentro una storia viva e vera. Partecipano dei sentimenti,  vivono i valori in modo collettivo. Li sentono insieme. A loro modo. E questo li fa sentire pensati, voluti, amati e preziosi per il mondo.

Con chi vuoi parlare?  

Comunicare con il sogno realizzato.  Una volta trovata la persona che si è cercata, si può vederla e parlarci con skype. Facendosi aiutare dai giovani di quel posto. Questo fa vivere ai giovani la speranza.  La realizzazione della speranza.  E la realizzazione di rapporti veri, importanti, forti, intensi,  carichi e positivi.

 

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Musica.

Cosa vuoi sentire?

Canzoni o spettacoli.   Con Internet,   ricercare le canzoni di una volta in Mp3,   e metterle su un iPad,   da risentire con le cuffie.  Oppure video con le canzoni di una volta.  Oppure spettacoli musicali o teatrali, di una volta (esempio Macario o Totò, o Eduardo de Filippo).

Musica classica.   Video con musica classica scelta dai nonni.  La musica classica ha la capacità di placare gli animi.  L’armonia delle note, va ad attivare un’armonia delle emozioni.  È come se una vibrazione armonica,  attiva una vibrazione energetica,  anche nel corpo e nella mente.  Si consigliano brani classici, semplici, morbidi, calmi, anche per solo pianoforte (Litz) o violino.  Più sono semplici, e meglio è.

Si possono ballare insieme. Il ballo significa anche stare insieme, affetto, emozione e movimento.  Inventare anche movimenti nuovi, adatti agli anziani.  Balli nuovi. Anche solo con le braccia.  Il ballo del nonno.

 

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Cucina.

Video di ricette di cucina.  Andiamo a cercare i video che fanno vedere i vari passaggi, di ricette scelte dai nonni,  e ne parliamo.  Il cibo nutre anche con gli occhi. Possiamo provare a farle insieme. Con i giovani. O con altri anziani che vengono ospitati.

 

Cucito e ricamo.

Abbiamo a cercare dei siti dove ci sono i modelli per il ricamo e per il cucito.  Dei video dove fanno vedere come fare. E li possiamo fare insieme. Ogni anziano ne fa una parte e il risultato è di tutti. Unisce e integra.  Fa sentire parte di qualcosa. Crea amicizia.

 

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Pittura.

Dipingere, con qualunque materiale. Matita, penna, colori acrilici. Anche un semplice segno, rappresenta il movimento dell’anima, il movimento interno delle emozioni.  Le emozioni possono essere vissute, anche attraverso segni e attraverso i colori. È la terapia dei colori.  Il bisogno di luce, il bisogno di pace, il bisogno di amore,  la rabbia, la nostalgia,   possono essere rappresentati attraverso dei colori e attraverso dei segni semplici. Fare una scuola di pittura, dove si insegna come rappresentare quello che si sente.

 

 

 

 

 

 


Paese protagonista

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Paese protagonista.

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È ora di diventare autonomi. Quando c’è una crisi, c’è una rottura, una ferita, un finire di qualcosa, un lutto, una perdita di qualcosa. Come si supera?

Ecco la crisi è come il salto. Per fare un salto importante, prima si deve andare indietro, retrocedere, per prendere spazio, per la rincorsa. Si indietreggia e  più importante il salto che si deve fare e più indietro si va. All’inizio sembra che questo sia un rinunciare, invece chi salta, sa che andare indietro  è indispensabile, perché senza di questo, il salto non si può fare. È come andare a prepararsi per acquistare l’energia. Più c’è spazio per correre, più si corre  veloci e più si acquista energia per spiccare il volo e andare dall’altra parte, nella parte nuova.

Ora, l’andare indietro, il retrocedere, corrisponde al momento depressivo davanti alla crisi. Per il dolore che si prova,  per il senso di sconforto, abbandono, solitudine,  per la perdita di un modo di essere, di un modo di pensare, di un modo di fare, stabile, sicuro, conosciuto. Più è forte la crisi, la rottura, la ferita, e più è forte  il dolore e  la depressione. Questa depressione è  il tornare indietro per il salto. Serve, è utile, è importante, è indispensabile per  far uscire la forza della disperazione, la reazione,  la voglia di ripartire, per acquistare un’energia nuova, sconosciuta.

L’importante  è guardare sempre avanti, mai indietro. Infatti chi salta, mentre retrocede, guarda sempre avanti.  Se non ce la fai da solo, non ti spaventare, non ti bloccare, alleati con un altro più  forte,  o con più persone. Più il salto è  importante, più si può fare insieme.  Se la crisi è sociale, il salto è  sociale e la crescita  diventa  la crescita  di un paese, di un territorio, di un popolo.

Trovare nuove idee per  nuovi lavori.  Ogni lavoro può essere pensato in modo specifico, secondo l’ “io,  qui  e ora”. Ogni lavoro può essere adatto per certe persone e non per  altre . Può essere adatto in un posto e non in un altro. In un periodo, in tempo, in un momento, e non in un altro.

Se gli altri non ci danno più il lavoro, prendiamocelo noi, inventiamocelo noi. Impostiamolo  noi secondo le nostre capacità,  secondo quello che sappiamo fare e che sappiamo fare bene,  in sintonia con le necessità  del momento e della richiesta del mercato. Ma non deleghiamo mai la nostra dignità, non diventiamo mai i servi del mercato. Non  facciamo mai diventare il mercato il nostro padrone, il nostro nuovo genitore, o il nuovo dittatore. Al centro ci dobbiamo essere noi, la nostra umanità, la dignità, la qualità, la capacità, l’onestà, la verità, la trasparenza e il cuore, l’anima, la passione, la creatività.

Noi italiani abbiamo la creatività  l’originalità nel sangue. Ce l’abbiamo nel DNA e nel DNA abbiamo anche la dignità a lungo amata e conquistata dai nostri padri, dai nostri antenati. Abbiamo nelle nostre radici la fierezza, l’orgoglio e la dignità. E l’originalità, la capacità di inventare, di trovare modi nuovi, forme nuove,  contenuti nuovi. La fantasia , la capacità di pensare cose nuove, la capacità di lanciarsi in modo giocoso, istintivo. La capacità di immaginare in modo simbolico, perché abbiamo una storia antichissima piena di simboli importanti, storici, artistici, morali, spirituali, religiosi.

Quello che abbiamo e che ci caratterizza è l’istinto, il gioco, l’emozione. Tutto questo viene dall’inconscio. Siamo un popolo più vicino all’inconscio di altri, diverso dai tedeschi che sono più razionali e dagli svizzeri che sono pratici. Nell’inconscio c’è  la passione, il cuore, la  creatività. Dall’inconscio viene l’arte, l’originalità. La vera novità. L’idea, l’invenzione, non viene dalla ragione. L’intuizione vera, quella forte, quella profonda, quella potente, quella creativa, viene in modo immediato, all’improvviso, in modo intuitivo, quando non l’aspetti, quando  non la cerchi, quando  non la pretendi, quando non la prevedi.   Viene dalla parte più profonda dell’inconscio, dalla parte irrazionale, dalla parte spirituale.

Siamo un popolo di creativi, ma anche un popolo carico di spiritualità. È questa che abbiamo perso negli ultimi tempi, è questa che ci manca, è questa che dobbiamo recuperare per recuperare anche la fiducia in noi stessi. Per fare di noi un popolo unito, forte e rinnovato.

Ogni  città, ogni paese,  ogni quartiere,   dovrebbe riunire   le persone più creative, più originali, più esperte  di quel paese e insieme trovare qualcosa di nuovo. In  modo unito, vero, solidale, giocoso, simpatico. Magari davanti a un buon cibo, mangiando insieme e cantando insieme. Trovarsi e ritrovarsi, provare e riprovare,  finché non viene fuori un’idea.

Ecco ora, qualche idea di lavori nuovi. L’importante però è che ognuno di questi venga gestito in proprio, da quella città o quel paese. Che sia protagonista il paese,  che sia il paese a scegliere il meglio di sé, a dare il meglio di sé. Che diventi così autonomo. protagonista, attore, regista di un progetto pensato, organizzato e realizzato dai suoi figli.   Un progetto che  non dipende più dagli altri,  è stabile, nessuno lo può portare via, nessuno lo può levare, nessuno lo può rovinare. E’ diventato di proprietà di quel paese di quel territorio, come tutte le qualità e le caratteristiche di quel territorio. È diventato una identità di quel territorio. Una identità in cui riconoscersi, di cui essere fieri, orgogliosi. È diventato una radice nuova, per i propri figli.

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.


Vetrina imprese

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Vetrina imprese.

Un lavoro che sicuramente può avere successo. Quello che manca alle nostre piccole e medie imprese sono quelli che procurano lavoro, che procurano le commissioni, che portano gli ordini, che assicurano i guadagni.  Ci si è affidati in passato a mediatori italiani o esteri che, con la crisi, sono spariti, scomparsi, perché hanno avuto tutto l’interesse  a contrattare con chi garantiva più sconti e quindi più guadagno.  Le imprese cinesi o dell’est , quindi hanno assorbito tutta la richieste e  hanno svuotato di richiesta le nostre  ditte, le nostre fabbriche, le nostre imprese.

Il contratto  quindi va  a chi fa spendere meno, a chi chiede di meno, a chi fa pagare di meno. Non si guarda più alla qualità.  La precisione, la fattura, la gradevolezza, l’estetica, la resistenza, la qualità della materia, della materia prima, non è più importante.  L’importante è vendere e basta,  guadagnare e basta. Risparmiare e basta. Anzi, meno è bella,  meno è  duratura, più è scadente, prima si rovina, meglio è. Così il cliente è  costretto a ricomprare subito e a spendere di nuovo. E i profitti raddoppiano. Il mercato così impostato poi, non vuole rivali. Deve essere tutto uguale,  nono ci devono  essere piccole partite  di qualità. Meglio nessuna, così il cliente non può scegliere. È obbligato a comprare per forza la cosa scadente, perché non trova nulla di qualità, a prezzi simili . La qualità invece viene passata a prezzi altissimi,  così il guadagno è assicurato e raddoppiato, sicuro e immediato.

Come si fa a uscire fuori da questo circolo vizioso? Il difetto è proprio in chi trova la commissione, il contratto, in chi fa da mediatore. È quello l’anello che è saltato. E’ quello l’anello o l’ingranaggio da aggiustare, su cui agire.

Da una parte c’è gente, la nostra, bravissima a fare, creare, costruire, a cucire a mano,  materiali di qualità, fatturati sopraffini. Gente volitiva appassionata, creativa e capace di lavorare

Dall’altra c’è un mondo assolutamente più vasto di prima. Internet è un’occasione grandiosa. Ci sono paesi ricchissimi: Emirati Arabi , Kuwait, Australia, Canada, Giappone, Cina,  Stati Uniti, Russia, India,  dove se le sognano le nostre scarpe fatte a mano, costruite attorno un piede, su misura, di pelle stupenda, morbida, delicata, che profuma di pelle, che odora di cuoio buono e vero. Se le sognano le nostre stoffe, di lana di vigogna, di lane sopraffine, di cotone vero, di cotone delicato, i nostri vestiti raffinati, armoniosi, eleganti e classici.

Manca solo quello che le collega. Quindi in ogni città, in ogni paese,  va individuata un equipe di esperti. Dico in ogni città  perché è molto importante  e delicato che i sette  esperti, i protagonisti di questo centro di collegamento, della Vetrina delle imprese, siano persone fidate, sicure. Quindi è meglio scegliere sul posto, individuare i migliori del posto. Persone sicure, stabili, vicine. Persone conosciute, persone affidabili e particolarmente i migliori nel loro campo. È importante che siano anche persone fantasiose, originali, appassionati, entusiastiche, ma anche pratiche, vigili, prudenti, concrete. Un team, una squadra piccola ma tosta. Sei amici. Un  esperto di informatica un esperto di managerialità un commercialista. Un  laureato in legge. Due mediatori linguistici che conoscono  l’inglese, il francese,  lo spagnolo e in particolare l’arabo e il cinese.

L’informatico  per fare un blog di ogni impresa. Dove mettere tutte le caratteristiche di quell’impresa, in modo sintetico, divertente e pratico. Mettere  le immagini giuste, parole semplici, chiare e sintetiche. Un pizzico di divertimento con qualche gif animata, non agitata. È importante che  lo scritto del blog sia  tradotto in cinque lingue.: Inglese, francese, spagnolo, arabo, cinese. Fondamentale mettere   dei video,   con YouTube e con i sottotitoli in italiano. Perché YouTube traduce  i sottotitoli   in modo automatico e immediato  in moltissime lingue. Ogni paese può leggere quindi i sottotitoli nella sua lingua originale. Mettere dei video quindi che fanno vedere la qualità, il modo artigianale della fattura, la programmazione, la produzione, il risultato finale. Fanno vedere il posto ,  le persone e il proprietario. Sapersi presentare bene e  sapersi proporre bene. I colori sono fondamentali, non troppo forti, ma caldi e morbidi.

Costi. Il costo per l’impresa che si propone è a zero spesa all’inizio. Fino a quando non guadagna, non paga nulla.  Dopo che ha ricevuto  la commessa, e solo dopo che ha percepito i soldi per quel lavoro che è stato trovato dalla vetrina imprese, allora una percentuale di quella riscossione va a chi gliel’ha procurata. Quindi si paga,  solo quando i soldi ci sono.

L’esperto manager, sa cosa, come e dove contattare nel paese estero. I Centri, le imprese, le reti, le organizzazioni specifiche.  I punti a cui riferirsi, a cui proporre, a cui presentare tutti blog, tutte le imprese, nessuna esclusa. Bisogna proporre a tutti i possibili interessati, in ogni posto, in ogni luogo, a pioggia. Come seminare sul terreno. Non bisogna mai avere timore, paura, incertezze. I giovani a volte si muovono solo se una cosa è sicura, se c’è il consenso, la certezza del successo. No, bisogna rischiare, crederci, osare, buttarsi, fare.  Proporsi in modo conveniente per chi ascolta.  Proporsi in modo divertito, elegante, giusto, prudente.  Ma farlo bene e senza paura.  Bisogna credere in sé e nelle proprie capacità e in Dio che ce le ha donate perché le potessimo usare.

I mediatori linguistici sono molto importanti perché, oltre a tradurre i contenuti del blog, possono parlare per telefono con quelli che sono interessati al prodotto. Possono andare a  tradurre  sul posto per il contratto. Sono fondamentali,  devono essere bravi, capaci di relazione, aperti, appassionati, gradevoli.

Per la sicurezza dei contratti è fondamentale il commercialista che garantisce l’adeguatezza del contratto,  che spiega bene alla piccola impresa i rischi, le difficoltà, ma anche le soluzioni, che trova le soluzioni. Che aiuta a risolvere. Poi il legale, avvocato, qualcuno che conosca la legislazione italiana, ma anche quella del paese che si propone. Che conosca però anche le leggi europee ed internazionali ed eventuali finanziamenti, agevolazioni che favoriscono la crescita delle nuove imprese. Nello stesso tempo può tutelare le imprese,  il contratto stipulato e assicura da eventuali rischi di insolvenza. Un altro esperto importante, il più importante, è il tecnico del settore, cioè colui che riconosce il tipo e la qualità del prodotto e dà garanzie sulla serietà della ditta che lo produce. E’ quello che va a verificare di persona il prodotto e l’Azienda che lo produce. Questo per dare garanzie anche a chi è interessato all’acquisto. Può essere anche una persona anziana che ha lavorato nel settore e ha molta esperienza e conosce anche il territorio.

Tutti questi esperti non sono pagati subito. Ad eccezione di € 10 solo per l’iscrizione, e dei costi del blog  ( prezzo minimo 50 euro annuali), tutte le altre prestazioni vengono pagate solo alla fine, alla riscossione,  con un contratto stipulato.  Come gli avvocati in America, che si fanno pagare solo alla fine, solo se vincono e si fanno dare una percentuale di quello che è stato vinto dalla loro parte. Così sono tutti contenti e tutti sicuri che ognuno ha il suo vantaggio, perché tutti sono interessati che tutto  venga fatto, presto e bene.

È importante  sapersi proporre ai paesi esteri. Nel  passato gli Stati emergenti dove si andava  a contrattare le commissioni, sono stati gli Stati Uniti e il Giappone. Attualmente sembra che siano più favoriti la Cina la Russia. Consiglierei i nuovi paesi emergenti e in particolare gli Emirati Arabi,  Kuwait, Australia, Canada, India, Giappone, Cina,  Brasile.

Poiché questo anello di collegamento è cruciale, è fondamentale che sia sicuro e affidabile. Che non sia gestito da persone senza scrupoli, disoneste, e in particolare manipolatrici, ingannatrici, o truffaldine. Molti approfittano e vendono fumo. Per questo consiglio di prendere solo ed esclusivamente persone del posto, che vivono nel posto, persone che si conoscono. Meglio di tutto i giovani. Giovani capaci, giovani entusiasti, giovani che si sono  formati e sono pronti per partire. Partire insieme, partire bene, partire in modo giusto, partire con dignità, partire con la fiducia nelle proprie qualità, partire in modo dignitoso e fiero.

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

 

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 20011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.