Gli istituti di ricovero per anziani.
La casa di riposo a volte assomiglia agli istituti per minori, ai collegi di una volta. Spazi grandi, vuoti, freddi, anonimi, pubblici. È economico è conveniente per chi gestisce. Ma non per chi è gestito, per chi è ospitato. Spazi così grandi disperdono i sentimenti, disperdono l’identità, fanno perdere se stessi. Spazi pubblici obbligati, annullano l’aspetto personale, intimo, privato, familiare. Invece di aiutare l’anziano, rischiano a volte di deteriorarlo, di finirlo, di contribuire a distruggerlo insieme alla malattia. Dobbiamo mettere al centro l’anziano con i suoi bisogni. Solo allora possiamo trovare soluzioni e residenze che siano efficienti, efficaci e adeguate. Solo allora non ci sarà più tanta paura, tanta angoscia nel pensare alla casa di ricovero.
Casa famiglia.
Ecco la soluzione. Case famiglia vere. Case famiglia composte di tre appartamenti uniti comunicanti. Case famiglia in uno stesso piano di un caseggiato, così sono integrate anche con altre persone giovani. Case famiglia, come prevede la legge, che vanno dai 6 ai 12 anziani al massimo. Dove si vive come a casa propria. Con una propria stanza, ma anche una piccola sala, dove poter accogliere i propri amici, dove poter mangiare da soli o in compagnia. Dove poter giocare, ridere, scherzare con i propri amici. Dove poter stare con chi si desidera.
In pratica una casa famiglia composta di 3 appartamenti, con una cucina grande comune. Ogni appartamento è composto di due camere di una piccola sala con tv e salottino, tavolo, piccolo angolo cucina. In ogni appartamento possono stare da i 2 ai 4 ospiti. Questi vivono come una famiglia, come dei fratelli di una famiglia, con il dovere di custodire, rispettare, lavorare insieme. Ci sono poi le relazioni con gli altri ospiti degli altri due appartamenti. La cucina è unica, ma si può mangiare anche nella propria sala.
In pratica è un posto pubblico, ma anche privato. Familiare, ma anche personale. Pieno di relazioni, di compagnia, ma anche di spazi e di momenti per stare da soli. Uno spazio come la famiglia. Che faccia sentire bene, protetti, ma che dà spazio anche alla personalità, alle capacità, alle qualità, alla creatività, alla originalità. Una famiglia nuova, originale, nella quale si può ritrovare se stessi, imparare a conoscersi per la prima volta, imparare a volersi bene, imparare ad avere degli amici. Amici fratelli. Una famiglia di amici. Una famiglia di nuovi fratelli. Una famiglia di Dio.
Anziani non autonomi.
La casa famiglia può essere adatta per anziani parzialmente autonomi, ma ancor di più per quelli non-autonomi. Un ambiente familiare, ma anche sociale e sanitario. Un ambito comunitario, che si può gestire l’anziano con personale adeguato sia sanitario che assistenziale. Se si guarda il tutto nel complesso, partendo dall’organizzazione completa, con al centro di coordinamento tecnico sanitario, si può far fronte ad una assistenza completa e adeguata e ricca di personale, solo con i contributi regionali e comunali. Senza richiedere alcuna spesa in più all’anziano e alle famiglie. Assistenza ai non-autonomi a costo zero per le famiglie. Con strutture e assistenza di qualità.
Ecco la scelta, ecco la grande opportunità. Fare scelte di qualità, adeguate con il minimo costo. Anzi con un risparmio di costi. Il vero problema è l’organizzazione. È il controllo pubblico dell’organizzazione. E non lasciare solo al privato il compito dell’assistenza degli anziani. E non lasciare solo alla politica la scelta delle convenzioni. La vera occasione è creare una organizzazione strutturata con al centro del personale tecnico pubblico (Centro di coordinamento) e come controllo un comitato di base istituito da rappresentanti degli anziani, delle famiglie e del personale sanitario, delle associazioni consumatori, del volontariato, della società civile. ( Vedi Tabella. Clicca su: Rete Servizi anziani)
Questo tipo di organizzazione contribuisce a contenere i costi, a non far lievitare i costi, a controllare i costi, anzi, a risparmiare sui costi Ma contribuisce soprattutto a rendere umana, accogliente, confortevole, l’assistenza agli anziani, la parte più debole e più indifesa della società. Contribuisce a dare smalto, onore, gloria e valore a una società che sa prendersi cura della propria storia, che rispetta le proprie radici.
Un’organizzazione ben consolidata, funzionale, efficace, coordinata già a livello regionale e anche a livello di ambito territoriale, può fare questa scelta, questo miracolo. Il risparmio notevole a favore dell’anziano delle famiglie è indispensabile nel momento di crisi, è doveroso nel momento di crisi, è obbligatorio nelle situazioni di crisi.
Bisogna fare come per la rete idrica. Inutile continuare ad aumentare il flusso di acqua, se ci sono continue perdite della rete idrica. Bisogna prima andare a riparare i buchi, le perdite specifiche, eliminare le condotti inutili e aggiungerle dove sono necessarie. Per fare questo è necessario che il pubblico prenda in mano tutta la rete, tutta la gestione assistenziale. In modo controllato da subito, dalla partenza, dalla fonte, fino all’ultima erogazione, all’ultimo rubinetto di acqua. Dallo stato, dalla regione, fino alla residenza dell’anziano. ( Vedi tabella. Rete Servizi anziani )
Ormai l’assistenza degli anziani è diventata un affare, un business, una fonte di reddito per società e privati. Succede come per le grandi imprese, la maggior parte dei profitti va ai dirigenti, agli amministratori, a chi ha improntato e vuole guadagnare. L’assistenza degli anziani è diventata una fonte di guadagno altissima, per i contributi regionali e istituzionali che sono coinvolti e che devono garantire cifre molto alte. Si deve sapere che per un anziano non autonomo le regioni pagano dai 50 euro ai 63 euro per ogni anziano e per ogni giorno e solo per le spese sanitarie, a cui si devono aggiungere i contributi comunali, per le spese sociali e le spese alberghiere. Si può capire che piatto ricco sia l’assistenza. Se poi questi anziani, per cui le istituzioni garantiscono dai 90 euro ai 113 euro al giorno per ogni anziano, si mettono tutti insieme in strutture grandi, dove vengono ospitati dai 60 ai 100 anziani, si può immaginare che guadagno rilevante c’è.
Se poi si va in questi posti si rimane stupiti. Con tutti quei soldi si dovrebbe trovare tanta assistenza, tanto personale, tanta attenzione per i bisogni specifici. Invece spesso si trovano anziani soli, con un campanello a disposizione. Anziani che devono sempre chiedere, aspettare, per vedere, per parlare, per essere aiutati. Anziani senza dignità, senza valore, senza onore . L’abbandono è la peggiore delle morti. Spesso sono già morti dentro, morti nel cuore, prima di morire anche nel corpo.
Recuperare la dignità degli anziani, dei nostri genitori, dei nostri nonni, significa recuperare la dignità delle nostre radici, delle nostre identità. È questo che abbiamo perso. È questa la nuova nostra povertà. Siamo più poveri noi, di loro.
Ecco un esempio pratico: una ipotesi di casa famiglia a tre appartamenti, per anziani non autonomi. (Vedi Tabella. Clicca su: Tabella n° 5 Appart. triplo )
Centro di Coordinamento Tecnico .
Associazione Onlus non profit. Gestita dalla Regione e convenzionata con i Comuni. 2 medici e 2 psicologi
CASA FAMIGLIA – 3 APPARTAMENTI – ANZIANO NON-AUTONOMO Per 6 anziani.
3 Appartamenti autonomi ( con 1 cucina) In comunicazione tra di loro o vicini + 1 Infermiera, 2 Assistenti domiciliari, 1 badante in comune . Gli appartamenti dovrebbero essere confinanti o sullo stesso piano di un condominio. Per un accesso possibile con le carrozzine. Edificio a norma.
Costi mensili: 2.100 euro ad anziano (= minimo costo casa di riposo 67 euro x 30 g.) x 6 = 18.900 euro Uscite: 4 assistenti domiciliari, 1 badante a tempo pieno, 2 cuoche, = 9.800 – 1.900 per infermiera = 11.700 -. Rimangono 7.200 euro. – 3.500 euro mensili per il vitto = Rimangono 3.700 euro mensili. Per prestazioni medico, fisioterapista , medicine, materiale sanitario.
Vantaggi. Personale sempre a disposizione. 8 persone a tempo pieno a disposizione vera ed effettiva solo di 9 pazienti. Compagnia continua. Possibilità di cucinare in modo personalizzato. Garanzia di pulizia e di profumo. Dignità della persona. Spazi più personali intimità garantita. Possibilità di vita comune solo se gradita e cercata.
Costi: Da ASL impegnativa di residenzialità = (da 40 a 66 euro /die al giorno x 30 g. = ) da 1200 a 1980 euro mensili a paziente. Dal Comune Restanti 1.000 euro a paziente , per i redditi minimi, per pagare il resto della retta 600 euro e i costi dell’affitto e delle utenze ( 3 appartamenti + utenze + costi gestione = 2.400 euro : 6 = 400 euro a persona), se non sono erogati dal Comune.
Se invece il Comune assicura la struttura adeguata in 4 mini appartamenti e le spese di gestione e utenze, allora costi del Comune :600 euro al mese a persona per i redditi minimi, solo per le spese alberghiere. (Vedi tabella. Clicca su: Tabella n° 5 Appart. triplo)
Centro di Coordinamento Tecnico . Associazione Onlus non profit.
Gestita dalla Regione e convenzionata con i Comuni. 2 medici e 2 psicologi
CASA FAMIGLIA – ANZIANO NON-AUTONOMO – 3 APPARTAMENTI Per 12 anziani
-3 Appartamenti mini autonomi per 4 anziani ciascuno. ( In ognuno: 4 camere, 1 bagno e 1 salottino ) . Una cucina comune. In comunicazione tra di loro o vicini. Gli appartamenti dovrebbero essere confinanti o sullo stesso piano di un condominio. Per un accesso possibile con le carrozzine. Personale in comune: 2 Infermiere, 6 Assistenti domiciliari 1 medico, 1 fisioterapista. 10 operatori per 12 anziani.
Costi mensili: 2.100 euro ad anziano (= minimo costo casa di riposo 57 euro x 30 g.) x 12 = 25.200 euro Uscite: 5 assistenti domiciliari ( 8.500) – 2 Infermiere = ( 3.800 euro) – 2 badante, – 2 cuoche. Rimangono 9.743 euro mensili. – 4.000 euro per il vitto = 5.743 euro mensili
Rimangono 5.743 euro mensili per medico, fisioterapista, trasporto, medicine, materiale sanitario.
Vantaggi. Personale sempre a disposizione. Personale che può aiutarsi tra di loro. 4 persone a tempo pieno a disposizione vera ed effettiva solo di sei pazienti. Compagnia continua. Possibilità di cucinare in modo personalizzato. Garanzia di pulizia e di profumo. Dignità della persona. Spazi più personali intimità garantita. Possibilità di vita comune solo se gradita e cercata.
Costi: Da ASL impegnativa di residenzialità = (da 40 a 66 euro /die al giorno x 30 g. = ) da 1200 a 1980 euro mensili a paziente. Dal Comune Restanti 800 euro a paziente , per i redditi minimi, per pagare il resto della retta 600 euro delle spese alberghiere e i costi dell’affitto e delle utenze ( 3 appartamenti + utenze + spese gestione = 2.400 euro : 12 = 200 euro a persona), se non sono erogati dal Comune.
Se invece il Comune assicura la struttura adeguata in 3 appartamenti e le spese di gestione e utenze, allora costi del Comune sono: 400 euro al mese a persona per i redditi minimi solo per le spese alberghiere. (Vedi tabella. Tabella n° 5 Appart. triplo)
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
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