Educare cosa è

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La Scuola dei genitori.      Tutta in video. Gratuita. Facile. Semplice. Chiara. Pratica.

Nella pagina, ci sono i titoli dei video.   Cliccare sopra al titolo e si apre il video.     I video sono gratuiti.

 

Educare cosa è.

Video.

1. Educare cosa è.

2. Non è il mestiere del vasaio.

3. Non è il mestiere del fabbro

4. Non è il mestiere dell’addestratore

5. Non è il mestiere dell’informatico

6. E’ il mestiere del giardiniere

 

 

 

 


La scuola del passato

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Conoscere le proprie radici

I nonni possono fare delle lezioni ai ragazzi e ai bambini sulle radici, non solo della loro storia personale, ma anche di quel quartiere e di cui il paese.

Sentire raccontare, sentire l’emozione, il cuore, lo spirito che anima il racconto, è quello che fa muovere, attivare, vibrare  le corde più profonde dell’animo. E’ come se una parte di chi li ascolta, riconosce,  ritrova, rivive qualcosa di antico, qualcosa di  arcaico, qualcosa di basilare.  E’ come se risuona internamente  la propria stirpe, la propria  tradizione, l’ antica generazione. E’ come se si  ritrovano le proprie basi, le proprie radici, le proprie fondamenta. La propria storia. La propria terra. Il proprio sangue.

 

Insieme al loro possono così ricostruire  la propria storia  con:

  • Racconti di storie personali veramente accadute. Storie di gruppi. Fatti. Avvenimenti del paese. 
  • Foto di quei fatti e di quei tempi e di quei luoghi.
  • Canzoni di quel tempo, cantate o suonate.
  • Musiche di quei tempi, suonate dal vivo o con cd.
  • Emozioni vissute e raccontate: paure, angosce, coraggio, gioia, di una persona, di un collettivo, di un quartiere, del paese, del posto.
  • Storia del paese, dall’inizio ad oggi. Film che la riproducono, o riproducono la mentalità di quel tempo.
  • Filmini familiari che fanno vedere le persone e le cose di una volta.
  • Fotografie familiari o di personaggi tipici del posto.
  • Mostre di foto, esposizioni di foto e di articoli dell’epoca, di quel paese.
  • Spettacoli dove si possono riprodurre gli usi, i costumi, le emozioni del tempo, nelle diverse situazioni: prima della guerra, durante le e dopo. Fatti specifici avvenuti in quel quartiere, in quel paese, in quella data epoca.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2009 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel 2009, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge


Genitori primi insegnanti

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Genitori primi insegnanti

 

Imparare attraverso i genitori ha un valore molto diverso da un apprendimento impartito da estranei o dalla scuola. Quello che insegna un genitore è infatti immerso in una relazione significativa, in un rapporto di amore, in una unione che risale alle origini della vita del bambino.

Nel loro insegnamento c’è la base affettiva, ma anche una comunione e una partecipazione alla cultura dei padri, degli antenati di quella famiglia e quindi una continuazione di un modo di essere, di pensare e di fare di  più generazioni.  Non è solo emotivo il legame con i propri genitori e i propri antenati, è anche un legame  di sangue e quindi biologico.  E’  il richiamo del sangue e delle proprie radici antiche. Un insegnamento che si immerge in questo affetto, sangue e radici, viene impresso, inciso nella psiche del bambino. 

La parola insegnare viene infatti da :  “in” = sopra e “signum” = impronta, caratteristica, sigillo, suggello. Il sigillo è un oggetto o  una pietra sulla cui superficie venivano incisi con una tecnica di intaglio, simboli, stemmi o iniziali che potevano poi essere impressi su un’altra materia e fungeva da timbro.  Anche le “insegne” rappresentavano un simbolo, uno stemma di una casata o di un paese.  L’”insegna”  è il segnale,  il contrassegno che indica la qualità, il grado e la dignità di quella persona.  

L’insegnamento è quindi un mettere un’impronta, un incidere qualcosa di significativo sulla mente del bambino, che lo caratterizza come appartenente ad una cultura e a un popolo e ne contrassegna la qualità e la dignità.

La famiglia quindi con il proprio insegnamento può impostare un modo di pensare, di comportarsi e di relazionarsi con il mondo che diventa così una formazione di base; di base perché è la prima nel tempo e  perché è situata nelle fondamenta della personalità del bambino.  Questa impronta deve però rispettare e armonizzarsi con il naturale sviluppo del bambino; in questo modo la cultura si integra  con la natura, il sociale con l’individuale, il collettivo con il personale. 

I genitori  con la loro condotta, il modo di essere,  i giudizi e le norme, determinano un modello  di comportamento. Condizionano il Super-Io del bambino e formano  parte della sua personalità. Quando diventano educatori,   allora intervengono anche in modo positivo sul resto della personalità, aiutano l’Io, lo rinforzano, lo rendono attivo; risvegliano e promuovono risorse inconsce come l’immaginazione, l’intuizione, la creatività. Aiutano la natura a espandersi in tutte le sue forme e permettono lo sviluppo di un individuo più completo e il seme originario, il Sé del bambino può trovare un terreno fertile ed attivarsi ed esprimersi in tutte le sue potenzialità. 

 

 

 

 

   Dr.ssa  Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.