La Rappresentazione

Postato il

 

 

         La Rappresentazione mentale.  

 

La rappresentatività    è la capacità  di far diventare un oggetto,  una immagine mentale.

La rappresentazione mentale    è l’immagine  che sta nella mente.   La rappresentazione mentale   fa i concetti.   Fa le idee.   Fa i mattoni.

 

 

1.      Rappresentazione mentale.                 Senza o con.

 

 

  • La rappresentazione mentale  fa i mattoni.

 

  • Se ci sta.
  • Fa i concetti.
  • Ci stanno i concetti. 
  • I concetti si formano.
  • I concetti si legano.
  • Si costruisce la casa.   

 

 

  • Se non ci sta.
  • La casa  traballa.
  • Casca facile,
  • Casca subito.
  • Casca sicuro. 

 

 

 

 

 

2.      Rappresentazione mentale.                           Come si fa. 

Come fa la mente a passare   dall’oggetto concreto  al concetto astratto ?    Ecco come ci arriva.

 

 

 

  • Oggetto concreto. 
  • E’ una realtà concreta.
  • E’ materia.
  • Lo prendo con i sensi.  
  • E’  distinto da me.
  • Sta fuori da me.

 

 

 

 

  • E’  una immagine.   
  • Rappresenta l’oggetto.   
  • E’ una figura.
  • Non è più concreta.
  • E’ semi-concreta. 
  • Ma sta  fuori di me. 

 

 

 

 

 

 

  • Immagine disegnata. 
  • Rappresenta  l’oggetto.
  • Ma non fatta da altri. 
  • Ma fatta da me. 
  • Sono io che faccio  la figura. 
  • Mentre disegno.
  • Entra un poco alla volta.
  • Entra nella mente.

 

 

 

 

 

 

  • Immagine mentale. 
  • E’ entrata nella mente. 
  • E’ l’immagine della mente. 
  • Sta nella mente.  
  • Sta dentro la mente.
  • Sta solo nella mente. 
  • Ma è ancora immagine
  • Ci sta come immagine.

 

 

 

 

 

 

 

 

  • L’ immagine mentale del tavolo. 
  • La metto insieme a quelle simili.
  • Faccio l’operazione della associazione.
  • La faccio con le immagini mentali. 
  • Se non la faccio con le immagini mentali. 
  • Non ci riesco con le idee. 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • As-traggo =  traggo da. 
  • Tiro fuori. 
  • Quello che hanno di simile.
  • Quello che è simile.
  • Quello che li fa simile. 
  • Quello che li mette insieme.
  • Quello che li tiene insieme.
  • Il concetto. 

 

 

 

 

 

 

  • Concetto astratto.  
  • L’ho as-tratto.
  • L’ho tirato fuori dalle immagini.
  • Ora non servono più le immagini. 
  • Ora non passa più dalle immagini.
  • Ora ci sta solo il concetto.
  • Ci sta solo l’idea di tavolo.
  • Ora ci sta solo la parola.
  • Basta la parola. 
  • E so cosa è. 
  • Il tavolo.

 

 

 

 

 

 

3.       L’ immagine mentale.                     E il disegno

L’ immagine mentale    ha bisogno del disegno,   per entrare nella mente,   in modo sicuro e stabile. 

  • Non è che non è capace,  di disegnare. 
  • Diventa capace.   
  • Se noi glielo chiediamo. 
  • Se noi ci crediamo. 
  • Se  lo facciamo.   Anche noi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E il pensiero diventa    unico,  originale  e irripetibile.

E il pensiero diventa    libero,  autonomo  e responsabile. 

 

 


Elaborazione mentale

Postato il

   

 

 

     Elaborazione mentale.

 

L’ elaborazione mentale,   sono le operazioni mentali,   che si fanno con le immagini mentali.    Non si riesce ad elaborare a livello astratto,    se non lo si è fatto con le immagini mentali. 

 

 

4.       Elaborazione mentale.                     Le operazioni mentali. 

 

E  i collegamenti  li deve disegnare.      Li deve segnare.   Li deve fermare.    Li deve confermare.     Li deve far restare.  Sul foglio.          E restano.  Anche nella mente.

 

          Le operazioni con le immagini mentali.

  •  Solo dopo che  l’ha assimilata,
  • rifà lo schema solo con le parole.

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Educare al pensiero

Postato il

Educare al pensiero

 

Educare al pensiero significa insegnare a mettere ordine nelle situazioni della realtà e nelle idee, avere idee precise e chiare e  attenersi ai fatti servendosi della razionalità. 

Pensiero viene dal latino pensare = pesare con cura, ponderare, giudicare, valutare con attenzione. Il pensiero  non è solo la conoscenza di qualcosa, ma implica anche  il giudizio  e il suo inserimento in uno schema mentale organizzato. 

 Nell’età evolutiva le conoscenze si formano in modo graduale:  prima sono esperienze concrete, poi diventano semi-concrete come le immagini figurate, poi diventano immagini mentali e solo alla fine idee astratte. Per capire che cosa è un tavolo un bambino piccolo lo deve toccare, vedere; in una fase successiva lo può comprendere tramite una figura disegnata;  poi sarà capace di rappresentarsi l’immagine mentale del tavolo e solo alla fine alla parola tavolo corrisponde l’idea e il concetto senza più bisogno di immagini.

Queste conoscenze in ogni fase vengono a loro volta ordinate tra di loro e costituiscono un insieme organico. Per mettere in ordine le idee, il bambino si serve di una capacità operativa, cioè della capacità di fare delle operazioni mentali con i contenuti che ha appreso. 

 Comincerà a confrontare due cose per capire se sono  diverse o uguali. Con l’aiuto dei genitori può confrontare gli oggetti di una stanza e vedere se sono diversi o uguali nella forma, nel colore, nella grandezza, altezza, lunghezza, quantità, qualità della materia, tipo di suono ecc.

 Poi passerà ad associare, cioè a mettere insieme i contenuti che si assomigliano. Riferito agli oggetti di una stanza o alla natura, significa mettere insieme le cose uguali in un gruppo in riferimento al colore o alla forma o alla grandezza,  all’altezza, alla quantità, al materiale: da una parte le cose gialle e da un’altra le rosse, oppure da una parte gli oggetti con la forma rotonda e da un’altra quelli con la forma quadrata ecc. Impara così anche a classificarli.

 Poi  può iniziare a seriare, a mettere cioè le cose in fila dal maggiore al minore e viceversa e questo sempre riguardo la grandezza: dal più grande al più piccolo, all’altezza: dal più alto al più basso, alla quantità, alla pesantezza, alla resistenza del materiale ecc.

Queste operazioni si possono fare prima con gli oggetti concreti, poi con immagini figurate che riproducono  quell’oggetto, poi  con le parole.

Poi inizia la fase della rappresentatività, cioè della capacità di riprodurre l’oggetto  in una immagine figurata  in relazione ad altre immagini,  secondo un ordine logico relativo alla distanza, alla profondità, alla grandezza. Poi l’oggetto può essere rappresentato con un’immagine mentale e messo in  relazione con altre immagini mentali secondo collegamenti logici.

Alla fine può compiere l’operazione della reversibilità che  è la capacità, una volta che è stato fatta una azione che ha determinato una modificazione di una materia, di saper ritornare indietro al punto di partenza e cogliere la conservazione  della materia o della quantità. 

Poi dovrà trovare il modo di dare il giusto posto alle nuove idee. Ogni persona ha una sua strategia; è importante in questa fase aiutare bambino a trovare la sua e a rispettarla. Per esempio il concetto di tavolo può essere messo tra le cose che rappresentano la cucina, o nell’insieme degli oggetti di legno, o tra le cose che hanno quattro gambe.

Questa capacità di collegare i concetti e quindi di operare, permette di  assimilare, cioè di ricordare il posto mentale dove è stato collocato il nuovo dato e quindi di poterlo ritrovare con facilità.

Tutto questo lavoro di collegamento alla fine formerà una struttura operativa mentale, cioè una organizzazione di idee,  dotata di schemi e di metodi di elaborazione e ordinata in modo chiaro e sistematico. La persona che l’ha raggiunta sarà quindi capace di organizzare e di dare ordine anche agli elementi nuovi od esterni della realtà.

 Quindi far capire una cosa un bambino non significa spiegare una cosa e aspettare che la sappia ripetere. Far capire  significa attivare il meccanismo delle operazioni mentali con i suoi passaggi; passaggi e stadi mentali  (vd. Piaget). Usando queste modalità alla fine il bambino non avrà imparato solo una parola o un concetto, ma avrà acquisito un metodo, un modo di  comprendere.

Educare al pensiero significa aiutare il bambino ad acquisire un modo di pensare.

Ogni pensiero si attiva sempre in presenza di un’emozione; senza emozione il pensiero è sterile e vuoto. Un pensiero senza emozione è un corpo senz’anima.

 

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani

© 2011 – Tutti i diritti riservati. Il presente testo è liberamente riproducibile per uso personale con l’obbligo di citarne la fonte ed il divieto di modificarlo, anche parzialmente, per qualsiasi motivo. E’ vietato utilizzare il testo per fini lucrativi. Per qualsiasi altro uso è necessaria l’espressa autorizzazione dell’autore. Pubblicato nel Marzo 2011, online da Gennaio 2013. Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge