Educare alla fantasia

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Educare alla fantasia

 

Mentre la creatività è la capacità di pensare qualcosa che non c’è ma che potrebbe esistere nella realtà , la fantasia è la capacità di pensare qualcosa che non c’è e che non potrà mai esserci nella realtà fisica e concreta.

 La fantasia ha che fare con l’irreale, con un mondo dove le cose non corrispondono alla realtà conosciuta, alle coordinate razionali. Ha a che fare con un mondo dove tutto può succedere, dove le regole sono all’incontrario, dove tutto è possibile; assomiglia al mondo di Alice nel paese delle meraviglie.

Un mondo così fatto è il mondo dell’inconscio.Lo spunto di pensare ad un  abbinamento irreale tra due cose e reali,: cavallo alato, uomini-cavallo, il pesce che parla, un veliero fantasma, ha la sua origine e la sua funzione dall’inconscio.

 Il genitore educa la fantasia quando, inventando una favola, aiuta il figlio a lasciarsi cullare da emozioni e da fatti emotivi che possono così  prendere forma, voce ed essere rappresentati.

Un genitore che dà voce e sentimento ad un oggetto in una stanza, che gioca a dare un’anima alla realtà, a riempire il quotidiano di aspetti divertenti e riscaldati dal sentimento, apre la mente del figlio. Lo educa a non chiudersi in una forma razionalista arida e asettica, a non essere unilaterale, appiattito sulle conoscenze impartite, a non conformarsi, a non essere passivo, amorfo e inerte. Lo educa ad una mente plastica, libera, protagonista, fiduciosa, capace di giocare e di inventare.  In particolare lo abitua e gli insegna che è bello aggiungere alla realtà di tutti giorni, aspetti emotivi , desiderati, inventati, che portano freschezza, che rinnovano, che animano le cose  e gli danno sentimento e vita. E’  un vivere l’inconscio insieme alla coscienza, è un dare  l’anima al mondo, un rendere vivo ed affettivo quello che ci circonda.

 La cultura di una volta era piena di racconti inventati dagli anziani, di favole che suscitavano emozione, sentimento, che riscaldavano e attivavano altre fantasie. Ora queste abitudini sono state soppiantate dalla TV e dei cartoni animati. È venuto meno il racconto personale, il rapporto vivo, carico di emozione nella voce e nel corpo di chi racconta.

 Poiché la fantasia porta l’inconscio ad emergere è bene che sia contenuta da una persona adulta, genitori, educatore, oppure da un contenitore come la favola.

Le favole che sono state tramandate da molti anni (Grimm, Andersen, Mille e una notte) hanno in sé elementi inconsci di tipo collettivo, universale, che hanno una funzione importantissima di comunicare all’umanità il modo di vivere, i valori veri, il senso della vita, la soluzione dei problemi.

In alcuni cartoni animati moderni della TV si trovano a volte contenuti inconsci distruttivi e simboli archetipici negativi e attivatori di angosce primarie di morte, che hanno la funzione principale di spaventare  per attirare gli spettatori a fini commerciali. Per la mancanza di contenitori adeguati, arrivano ad attivare centri energetici interni negativi per la psiche e per lo stesso sviluppo.

È importante che i genitori intervengano per verificare  di persona quello che bambini vedono sotto forma di fantasia, senza fidarsi ad occhi chiusi dei programmi in commercio.

 Sarebbe meglio orientare i bambini anche ad altre forme di fantasia, ad inventare le favole, scriverle, disegnarle, drammatizzarle per poi riviverle nel rapporto caldo con i genitori e con i loro amici.

 

 

 

 

Dr.ssa Maria Grazia Vallorani 

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