Pensiero come tempo.
La parola tempo viene dal latino”tempus” che a sua volta viene dal greco”temno” che significa taglio, sezione, divisione.
Il tempo permette di poter tagliare, separare gli elementi che compongono un evento, un’esperienza, una variazione. senza la separazione di questi elementi non ci sarebbe una differenziazione, una definizione, una collocazione di un evento in uno specifico posto, ma ci sarebbe un tutto unico indifferenziato e incomprensibile. Per poter cogliere le variazioni e il dinamismo delle cose, la coscienza tende a misurarle in istanti secondo una successione continua. La misura è determinata da una quantità e la quantità dai numeri che sono l’elemento base che permette una successione ordinata e continuativa. Gli istanti sono catalogati in secondi, con i loro multipli: minuti, ore, giorni, mesi, anni, secoli e i sottomultipli: decimi di secondo, centesimi di secondo eccetera. Nella cultura cinese i numeri sono indici del tempo, caratterizzanti la qualità di ogni momento.
Anche il pensiero, come ogni cosa esistente, è determinato da un movimento energetico e quindi da un dinamismo. Il tempo in quanto taglio o divisione è un suo aspetto basilare. Ogni pensiero infatti per esistere, deve distinguersi, deve differenziarsi dal tutto e deve essere tagliato dal contesto. Anche se io penso di pensare, nel momento in cui ho la coscienza del mio pensiero, ho già fatto un taglio, una distinzione tra me e gli altri e tra il mio pensiero e la realtà materiale. Non esiste quindi pensiero senza tempo. Il pensiero è esso stesso una successione ordinata e organizzata di elementi piccoli distinti gli uni dagli altri: la parola nei suoi multipli: frasi, concetto, discorso e i suoi sottomultipli: lettere, vocali, consonanti, esclamazioni, suoni.
Comprendere il pensiero come tempo, nel suo essere in movimento, nel suo aspetto evolutivo, permette di coglierne l’aspetto energetico e dinamico in continua trasformazione. Applicare il tempo al pensiero permette di cogliere il pensiero in parti che si muovono verso un punto che li riassume. Pensiamo all’orologio e al tempo come alla lancetta dell’orologio che indica il movimento. Pensiamo ai minuti come alle parole e al numero delle ore come un punto di arrivo di un concetto, per poi andare a quello successivo attraverso altre parole, fino a costruire un discorso che corrisponde a un giro dell’orologio, a un’ora. Questo per dire che per esprimere un discorso è importante avere in testa una programmazione di concetti ordinati in una successione temporale.
Il movimento.
A differenza dei numeri e delle forme, con il tempo l’elemento fondamentale è il movimento e il movimento in avanti oppure indietro. Il tempo permette al pensiero di orientarsi in diverse direzioni (passato e futuro) senza perdersi, perché può sempre ritrovarsi attraverso l’istante del presente che è fissato al centro. Attraverso il tempo il pensiero può pensare al prima e al dopo di un oggetto, immagine o concetto o azione.
Per sviluppare questa capacità si può quindi fare esercizio con i bambini nel ricercare riguardo agli oggetti concreti gli elementi della natura o le azioni o i concetti, la loro storia. Esempio – gallina, come nasce come vive come muore. Albero, come nasce come vive come finisce. Le azioni, cosa è successo prima, cosa dopo è come andrà a finire. Il concetto, come è nato quel modo di pensare, come si è sviluppato e come potrà trasformarsi nel futuro.
Questo modo di pensare permette una elasticità del pensiero, permette di sviluppare l’aspetto dinamico e in particolare permette di mettere una conoscenza al suo posto in una serie successiva di eventi. Permette ancor più di capire che ogni cosa non esiste mai in sè, ma ha sempre un qualcosa da cui è scaturita e un’altra in cui può trasformarsi o evolversi.
Questi esercizi impostano un modo di pensare nuovo, dinamico che è in sintonia con l’essenza della realtà fisica e psichica che è sostanzialmente energia. Vivere le cose da apprendere, i concetti e pensieri, come elementi statici, fermi, immobili, come oggetti da prendere in uno scaffale e da riporre quando non servono più, non corrisponde al processo vivo e vivificante della mente umana. I pensieri e concetti non sono cose da usare o da sistemare, ma sono essi stessi gli elementi naturali che sgorgano da dentro e che vanno verso il futuro, sono la spinta cosciente verso la realizzazione di sé.
Un altro esercizio importante che si potrebbe fare è quello di valutare un oggetto o o concetto non solo nella sua storia personale (come è nato e come muore) ma anche nella storia collettiva di un singolo popolo o dell’umanità.
Per esempio il fuoco può essere studiato nel processo dinamico dalle origini ad oggi e, con le ipotesi fino al futuro. Se ne può valutare l’aspetto oggettivo ( la scoperta della scintilla, il camino, i forni industriali, l’energia atomica), ma anche l’aspetto sociale (l’importanza per quel periodo) la sua funzione (benessere o distruzione) l’impatto emotivo che ha creato nella storia (calore, benessere, paura, terrore) la sua assenza (freddo polare, mancanza di vita) il suo eccesso (siccità, mancanza di vita) in alcune regioni del mondo (Africa, polo nord).
Si può poi caratterizzare un elemento o un concetto nella storia di un particolare popolo o nazione o cultura o religione e rilevarne le differenze e confrontarle.
Dr.ssa Maria Grazia Vallorani
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